ISTAT. Il Sud sta diventando un deserto: perderà 3,5 milioni di abitanti


Il futuro demografico dell’Italia, secondo l’Istat, vedrà una progressiva diminuzione del numero di italiani. Si parla di circa 7 milioni di italiani in meno nel 20165. Si va dai 58,6 milioni del 2045 ai 53,7 del 20165. Le probabilità che la popolazione aumenti, invece, è del 7%.

In particolare, i numeri suggeriscono differenze tra Nord e Sud. Il Mezzogiorno vede infatti un calo della popolazione costante lungo l’intero periodo, mentre per il Centro Nord, superati i primi trent’anni di previsione con un bilancio demografico positivo, un progressivo declino della popolazione si compierebbe soltanto dal 2045 in avanti.

Appare dunque evidente uno spostamento del peso della popolazione dal Mezzogiorno al Centro-nord del Paese. Secondo lo scenario mediano, nel 2065 il Centro-nord accoglierebbe il 71% di residenti contro il 66% di oggi; il Mezzogiorno invece arriverebbe ad accoglierne il 29% contro il 34% attuale. Le stime parlano di 14,1 milioni di italiani al Sud nel 2016, che potrebbero scendere a 10,6 nel 2065: in totale sarebbero 3,5 milioni di persone in meno.

La sopravvivenza è prevista in aumento. Entro il 2065 la vita media crescerebbe fino a 86,1 anni e fino a 90,2 anni, rispettivamente per uomini e donne (80,1 e 84,6 anni nel 2015). L’incertezza associata assegna limiti di confidenza compresi tra 84,1 e 88,2 anni per gli uomini e tra 87,9 e 92,7 anni per le donne.

Nel Sud e nelle Isole, la popolazione passerebbe da un’età media iniziale compresa tra i 43 e i 44 anni, quindi più bassa di quella registrata nel Centro-nord, a una vicina ai 46 anni entro il 2025 e quindi a una superiore ai 50 entro il 2045. Intorno a tale periodo il Mezzogiorno risulterebbe così l’area del Paese a più forte invecchiamento, con un’ulteriore prospettiva di aumento dell’età media che, pur decelerando, perverrebbe al livello di 51,6 anni entro il 2065.

Analizzando la composizione per grandi classi di età della popolazione, si rileva come nel Mezzogiorno potrebbe aversi una riduzione più rilevante della quota di giovani fino a 14 anni di età: da circa il 14% nel 2016 all’11% nel 2065 con un ventaglio di ipotesi che la potrebbe veder scendere fin sotto il 9% o ad arrestarne la diminuzione poco sopra il 13%. Per tutti i dati, vi rimandiamo al seguente LINK.


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