Caso Blue Whale. Le Iene si difendono: “C’è stato un errore, ma il dolore è reale”


Continua a divampare la polemica contro il servizio de “Le Iene” sulla Blue Whale: il tragico “gioco” che starebbe mietendo vittime per il mondo. Nell’occhio del ciclone i video dalla Russia riportati nel servizio di Matteo Viviani. Secondo i detrattori i video in cui alcune bambine russe si toglievano la vita sarebbero falsi: il suicidio sarebbe reale, ma non contestuale al fenomeno trattato.

Un accanimento che si è fatto sempre più vivo per merito, o colpa, di influencer della portata di Selvaggia Lucarelli, che avrebbe fatto ammettere al giornalista la falsità delle fonti. Questo mare di discussioni, intanto, sta diffondendo ancora di più curiosità in menti fragili come quelle di ragazzi e bambini, scatenando i primi presunti casi di Blue Whale in Italia ed in Campania. Non poteva mancare, però, la rettifica del programma in difesa della veridicità del servizio e della buona fede di Viviani.

“Ci contestano di aver inventato qualcosa che non esisteva. – Scrive la produzione in una nota condivisa sui social – Alcune sequenze andate in onda si sono rivelate non contestuali al fenomeno (pur trattandosi di suicidi veri e propri) e di questo ci scusiamo e ringraziamo il blogger che ha segnalato il nostro errore.”

“Ciò non toglie che la Blue Whale sia pericolosamente reale così come dimostrano le testimonianze delle due famiglie che abbiamo incontrato in Russia. Sono madri che hanno perso le loro figlie e che ci hanno svelato il funzionamento del macabro “gioco”. In queste ore di polemica e confusione, qualcuno ha scritto che si tratterebbe di ‘attrici’, purtroppo non sono una finzione come non è finzione il loro dolore. Questa è la motivazione che ci ha spinto a realizzare il servizio.”

“Prevenire, non istigare, ciò che si è già diffuso in Russia e che subdolamente è arrivato anche da noi. Dopo la messa in onda, molti genitori ci hanno ringraziato, perché hanno scoperto che i loro figli già conoscevano la Blue Whale. Anche la Polizia di Stato ci ha ringraziato confermando l’esistenza del fenomeno: a Pescara una ragazzina ha confessato davanti ai suoi compagni di classe di essere vicina all’ultima prova di questa folle sfida (subito dopo si è reso necessario il suo ricovero).”

“Ben prima del nostro servizio tanti paesi europei avevano preso provvedimenti, in Francia è stata diffusa una circolare nelle scuole affinché i ragazzi fossero avvisati del pericolo. A settembre, con la nuova stagione, torneremo a occuparci di questo argomento che tanto ha inquietato l’animo di tutti noi.”


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