Vincenzo Ruggiero, omicidio bestiale e premeditato: ecco la prima ricostruzione


Il brutale omicidio di Vincenzo Ruggiero, 25enne di Aversa, continua ad animare la cronaca e ad alimentare domande. Come è stato ucciso Vincenzo? Se il “perché” è stato chiarito con il movente della gelosia, si sta ancora ricostruendo l’esatta dinamica del delitto.

Secondo quanto riportato da Il Mattino, un’altra certezza è la premeditazione. L’assassino, Ciro Guarente, avrebbe approfittato dell’assenza di Heven Grimaldi, coinquilina di Vincenzo, per aggredire quest’ultimo nel suo appartamento di Aversa. Qui è iniziata la prima fase del dramma. La seconda, invece, sarebbe andata in scena nel garage di via Scarpetta a Ponticelli, affittato da Ciro il 6 luglio, il giorno prima dell’omicidio, dal gestore di un autolavaggio abusivo di una palazzina popolare.

Nel garage, Ciro avrebbe infierito sul corpo del povero ragazzo, prima uccidendolo (probabilmente con un coltello o con un’arma da fuoco), poi tagliandolo in due con una motosega e nascondendone i vari pezzi in giro per il locale. La devastazione del cadavere è un particolare tipico delle morti mafiose.

L’8 luglio Ciro aveva comprato cemento e mattonelle per nascondere il corpo di Vincenzo, ma lo hanno tradito la sua ex fidanzata, Heven, che ha fatto il suo nome agli inquirenti, e la puzza che proveniva dal garage, che era insopportabile e lasciava intuire qualcosa di strano.

Restano ancora alcuni punti interrogativi (non si esclude che ci siano dei complici), ma di certo c’è che il 35enne aveva già deciso di uccidere Vincenzo. E questo aggrava di molto la sua posizione.


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