I rom sull’incendio: “Non abbiamo bruciato rifiuti illegali e ci hanno puniti così”


Napoli – Infuria ancora la polemica sui rom che hanno dovuto abbandonare il loro campo a Scampia, in seguito al devastante incendio che l’ha completamente distrutto il 27 agosto scorso. Circa 300 persone dovrebbero essere accolte nell’ex caserma Boscariello, a Miano, ma i residenti della zona sono insorti contro la decisione comunale temendo per la propria incolumità. Mentre ancora si discute sulla questione, gli abitanti del campo bruciato hanno svelato possibili retroscena all’accaduto.

Secondo quanto raccontato da due rom, in stretto anonimato, alle telecamere del “Fatto Quotidiano”, per anni i residenti del campo avrebbero assistito a continui sversamenti illegali, fotografandoli e filmandoli con i proprio smartphone. Qualcuno, che i due intervistati dichiarano di non conoscere, avrebbe chiesto alla comunità di dar fuoco a quei cumuli di rifiuti, minacciando che altrimenti avrebbe incendiato le loro abitazioni di fortuna.

Sempre secondo i due intervistati, gli abitanti del campo avrebbero iniziato a non bruciare più gli sversamenti ed, anzi, a collaborare con le autorità per incastrare i mandanti. Una scelta che avrebbe, quindi, avuto come conseguenza diretta l’incendio. Sarebbe stata quindi una violenta rappresaglia alla ribellione dei rom alla criminalità locale. Sulla questione, continuano ad indagare le autorità, ma queste dichiarazioni aprono nuovi spiragli e sfatano alcuni preconcetti troppo diffusi.


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