Allarme baby gang a Napoli: il piano del ministro Minniti


Ultimamente si parla molto del fenomeno baby gang e della gravità che sta avendo sul territorio napoletano. Sono numerosi gli eventi che hanno visto come protagonisti giovani adolescenti usare violenza ingiustificata contro coetanei. Di fronte a questi episodi in aumento anche De Magistris ha lanciato l’allarme ed ora cerca l’aiuto del Governo.

A questa richiesta di appello ha risposto il ministro Minniti. In giornata terrà una riunione il cui tema centrale sarà proprio come arginare e ridurre il problema baby gang. L’ incontro si terrà in Prefettura con i vertici nazionali e locali delle forze dell’ordine, il procuratore Melillo, i magistrati dei tribunali minorili, il prefetto Pagano e il questore De Iesu.

“Un fenomeno non più tollerabile” commenta Minniti dal suo ufficio al secondo piano del Viminale commentando i recenti fatti avvenuti a Napoli. Come rende noto il mattino.it l’attenzione di Roma è alta, tanto da inviare proprio il ministro suddetto per far fronte alla questione: “Purtroppo non è soltanto un problema di polizia e non si risolve soltanto inviando uomini o mezzi a presidiare le strade di Napoli, ma è un fenomeno che affonda in tutta la sua drammaticità nel tessuto sociale dove spesso latitano due istituzioni fondamentali: la famiglia e la scuola” commenta il ministro esprimendo la sua tesi.

Minniti vuole avviare un dialogo con i sindaci dell’area metropolitana per trovare delle soluzioni coinvolgendo anche coloro che sono impegnati nella formazione dei minori. Oggi anche De Magistris discuterà delle richieste fatte al Viminale. Il sindaco ha chiesto maggiore presenza di polizia nelle strade ed una più ampia autonomia sul lato sicurezza. Un punto quest’ultimo che spesso limita l’azione delle forze dell’ordine. Tuttavia il fenomeno baby gang non si può combattere solo con la militarizzazione, ne avrebbe solo un effetto temporaneo e non definitivo.

“Gli stessi agenti  ci raccontano che molte volte, anche quando sorprendono un minore a commettere un reato, non possono agire. Fermano i ragazzini, ma poi li riportano alle loro famiglie che molto spesso non sono in grado loro stesse nell’ offrire i giusti riferimenti valoriali ai propri figli” spiegano dal Viminale.

Minniti vuole redigere un piano sull’emergenza dilagante cercando l’appoggio dei magistrati di tribunali minorili. Fa presente che per il codice penale un minore che abbia meno di 14 anni non è imputabile perchè in ogni caso non in grado di intendere e di volere, eppure dagli ultimi avvenimenti è emerso che sono capaci di commettere violenze brutali.

Anche Andrea Orlando, ministro della Giustizia si esprime dicendo: “La vicenda delle baby gang a Napoli è molto grave e interroga la capacità di repressione dello Stato, ma anche la capacità educativa, la tenuta delle famiglie, la coesione sociale di quelle realtà, quindi è giusto pensare a forme di rafforzamento dei presidi di sicurezza, ma anche a una risposta educativa”.

Il consigliere del Csm Antonello Ardituro, ex pm della Direzione distrettuale antimafia di Napoli, ha scritto invece una lettera aperta: “Aiutateci!!! Perché da soli non ce la facciamo. Napoli così si spegne… Accadono cose che, in altre città, vengono percepite come straordinariamente drammatiche, campanelli d’allarme sui cui si innesta una reazione vera. Lo Stato interviene. Qui no” sottolineando il dramma delle zone periferiche . Ma molti rappresentanti del Governo e dei suoi vari organi si esprimono sulla questione. Alcuni ripongono le speranze nelle scuole che sono un punto in cui deve essere insegnata la non violenza e l’educazione civica ai ragazzi ed ai genitori.

Intanto ieri il sindaco di napoli De Magistris alla cerimonia in largo Maurizio Estate è contento per la venuta di Minniti sperando di cominciare a prendere provvedimenti seri sulla questione, una soluzione che aiuti una società che sembra vivere un momento molto difficile.


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