Carnevale, sapete perché muore e si fa il funerale?


Il Carnevale napoletano trae le sue origini dal mondo pagano greco-romano, come molte delle festività cattoliche. Le feste pagane sono associate spesso alle tradizioni dionisiache e ai saturnali, che segnano un momento particolare dell’anno, quello dell’ingresso del solstizio invernale in onore di Saturno, il dio romano dell’agricoltura. In questo periodo, infatti, si abbandonavano gli obblighi sociali per vivere all’insegna della spensieratezza, delle musiche, degli scherzi e dell’uso delle maschere, che così diventano il tratto distintivo della festa.

Il Carnevale napoletano inizia il 17 Gennaio, nel giorno della festa di Sant’Antuono, e si chiude il Martedì Grasso. La prima traccia del Carnevale a Napoli si ha nel XVI secolo, quando la festa era riservata solo agli aristocratici e alle corti, vissuta spesso nel segno dello sfarzo e del potere. Ma il vero patrimonio è l’altro Carnevale, quello del popolo, quello delle piazze e dei vicoli.

E nella tradizione del Carnevale Napoletano, c’è il rituale della morte e del funerale di Carnevale, oggi ancora intatto, che va in scena tra lamenti, urla e parolacce. In alcune frazioni di Napoli e provincia, tutta la cittadinanza partecipa al corteo funebre, con una cornice intorno molto pittoresca: un carretto a quattro ruote addobbato di fiori, salumi e salsicce esposti, lumini e candele accese, il tutto bardato da veli e fiocchi neri.

Un modo per esorcizzare il passaggio dal vecchio al nuovo anno. Il carro viene trascinato a mano, da un uomo o da un asinello, e al suo interno viene posizionato un fantoccio, che rappresenta Carnevale morto. C’è chi gli dona il vecchio Frac, chi un abito consumato, chi un pigiama, abiti da lavoro; qui tutti si sbizzarriscono per fare bella figura in piazza e onorare la memoria del morto.

Dopo la processione il fantoccio viene bruciato nel falò mentre la “festa” procede. Dopo la sua morte, Carnevale lascia speranze e progetti futuri, rappresentando l’alternarsi di gioia e dolore, vecchio e nuovo. Infatti chi lo segue in corte intonando un lamento tutto napoletano, auspica un ritorno beneaugurante di Carnevale nel futuro.


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