Patente sospesa a gay, Ministeri condannati: per loro aveva “una malattia mentale”


Era il lontano 2005. L’allora 18enne Danilo Giuffrida rivelò la sua omosessualità all’ospedale militare di Augusta, che trasmise l’informazione alla motorizzazione. Quest’ultima dispose un altro esame di idoneità psico-fisica, motivando la richiesta con il fatto che il giovane gay non avrebbe avuto i “requisiti psicofisici richiesti” per guidare. Risultato? Patente sospesa.

Da quel giorno Giuffrida ha iniziato una battaglia legale che ora gli ha dato ragione. I ministeri della Difesa e dei Trasporti, infatti, dovranno versargli 100 mila euro come risarcimento danni. La sentenza è della Corte d’Appello civile di Palermo che ha riformato la decisione dei giudici di secondo grado di Catania che invece, il 10 aprile del 2011, avevano confermato la sentenza del Tribunale del 2008 riducendo però da 100 a 20mila euro la somma stabilita dalla Cassazione nel gennaio del 2015.

Per i giudici di Palermo, però, “una somma inferiore ai 100mila euro non sarebbe idonea al ristoro dei pregiudizi subiti”. All’epoca dei fatti, comunque, il Tar di Catania sospese il provvedimento, perché l’omosessualità “non può considerarsi una malattia psichica”, e infatti restituì al giovane l’idoneità di guida. Nonostante questo, però, la gravità dell’offesa è apparsa alla Cassazione “predicabile con assoluta certezza”.


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