Elezioni, i voti Di Maio non sono quelli dei disoccupati del Sud. Quelli di Salvini…


Il grande successo del M5s e della Lega alle Elezioni Politiche ha aperto dibattiti e scatenato gli studiosi di statistica. La domanda generale è: chi sono i nuovi elettori? Chi ha votato i pentastellati e chi ha dato fiducia al Carroccio? Per quanto riguarda i voti del partito di Di Maio, c’è un pezzo di Pd ma anche parte di quei cittadini che nel 2013 non si erano nemmeno presentati alle urne. Ci sono poi gli ex elettori di Vendola, quelli di Berlusconi e soprattutto di Mario Monti.

A sostenere questa analisi è l’istituto Ixè, diretto da Roberto Weber. Nello schema disegnato dopo i primi studi, risulta che di quei 10 milioni e 700mila che hanno votato il M5s, il 57 per cento l’aveva già fatto 5 anni fa. Gli altri, invece, sono tutti elettori “nuovi”. Una parte deriva dall’astensione (13 per cento), ma subito dopo ci sono gli ex votanti di Scelta Civica (12) che sono molti di più degli ex Pd (7).

Discorso simile per la Lega, che in 5 anni ha quadruplicato i suoi voti. La maggioranza degli elettori leghisti nel 2013 aveva votato il Popolo della Libertà, ossia Berlusconi. Solo il 19 per cento dei 5 milioni e 700mila voti della Lega era già del partito allora guidato da Roberto Maroni. Il 31, invece, arriva dal Pdl, il 22 dagli astenuti. Il 7 dal Pd di Bersani.

A votare M5s, contrariamente a quanto si dice in questi giorni, non sono stati i disoccupati, ma specialmente dipendenti a tempo indeterminato e studenti. A dare fiducia alla Lega, invece, soprattutto casalinghe e autonomi.

In entrambi i casi, comunque, si tratta di voti di protesta, di voti generati dalla volontà di un cambiamento.


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