Addio al colesterolo con un’iniezione: la cura arriva da ricercatori napoletani


Una grande novità per combattere il colesterolo arriva dal Ceinge dell’Università Federico II di Napoli che sta sperimentando una nuova terapia genica VirOCol in grado con una semplice iniezione di eliminare il colesterolo alto. Il gruppo di ricerca, coordinato dal biologo molecolare Lucio Pastore, ha effettuato i primi test sui topi che sono risultati positivi. Entro 5 anni si prevede possa essere sperimentato anche sull’uomo.

La ricercatrice Eleonora Leggiero racconta a “BioInItaly Investment Forum & Intesa SanPaolo StartUp Initiative”, il ‘talent’ delle biotecnologie promosso da Assobiotec-Federchimica e Intesa San Paolo per aiutare le startup italiane in cerca di investitori: “Il nostro obiettivo è quello di sviluppare un farmaco che permetta di abbassare il colesterolo ‘cattivo’ con una sola somministrazione in tutta la vita”.

“Per questo abbiamo preso un virus comune, lo abbiamo reso del tutto innocuo e lo abbiamo sfruttato come ‘navetta’ per trasportare un gene chimerico, appositamente costruito in laboratorio, che permette la produzione di una proteina capace di rimuovere il colesterolo Ldl che circola nel sangue”.

Il virus-navetta viene iniettato per via intramuscolare e sfrutta il muscolo “bioreattore” per produrre grandi quantità della proteina terapeutica che poi entra in circolo per catturare il colesterolo e portarlo nelle cellule per lo smaltimento. L’effetto dura tutta la vita perchè il virus è invisibile al sistema immunitario e può operare senza essere disturbato.

Spiega la Leggiero: “I primi test li abbiamo condotti su topi in cui il colesterolo alto era causato da un’alterazione genetica, proprio come accade nelle persone con ipercolesterolemia familiare. I risultati dimostrano che la terapia genica abbassa in maniera duratura sia il colesterolo totale che quello ‘cattivo’ Ldl, riducendo i danni aterosclerotici che il colesterolo provoca sui vasi sanguigni. Se ulteriori studi nei modelli animali confermeranno questi dati, potremmo partire con la sperimentazione sull’uomo entro 5-7 anni”.


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