Orti terapeutici contro il cancro: arriveranno in tutta la Campania


I pazienti malati di cancro possono migliorare grazie al giardinaggio. Su questo presupposto l’associazione House Hospital onlus ha creato un progetto innovativo per il Mezzogiorno d’Italia, un progetto che mira a portare attività di giardinaggio e coltura sulle terrazze, i balconi e nei giardini degli ospedali campani.

“Specifiche attività – spiega Sergio Canzanella, direttore generale dell’associazione – possono favorire la salute dei pazienti oncologici e dei loro familiari. Parliamo di piccoli lavori di giardinaggio che aiutano a recuperare il contatto con la natura, consentendo alla persona di uscire dall’isolamento, di prestare attenzione e di instaurare una relazione affettiva adeguata e rassicurante”.

Il concetto alla base del giardino terapeutico è quello di sfruttare una relazione attiva fra uomo e natura. L’attività di giardinaggio e coltura viene concepita dall’associazione House Hospital onlus come componente di un programma di trattamento di terapia occupazionale e di terapia fisica, o con programmi di terapia orticolturale.

“L’obiettivo principale dei giardini terapeutici – aggiunge Canzanella – è di migliorare la qualità della vita dei pazienti. Di conseguenza, diminuirà il dolore, lo stress, la depressione e l’ansia, ripercussioni non solo della malattia stessa ma anche della permanenza più o meno prolungata all’interno di un contesto ospedaliero, chiuso ai rapporti sociali”.

Le caratteristiche principali sono l’accessibilità, gli stimoli sensoriali (vista, tatto, udito ed olfatto), la comunicazione tra le diverse zone e una programmazione di attività, così che l’esperienza di giardinaggio possa essere fruibile da tutti gli utenti. Si mettono a disposizione dei “contenitori spostabili” esempio le carriole per facilitare il trasporto delle piante dal terrazzo o balconi alla stanza del paziente, laddove lo stesso sia impossibilitato a raggiungere il terrazzo o balconi. Gli orti sospesi vengono utilizzati per favorire agevolmente anche il coinvolgimento dei pazienti in carrozzina.


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