L’ipocrisia del calcio: in lacrime per Astori, poi augura la morte ai napoletani


Poco più di due mesi fa moriva Davide Astori. Una morte tanto improvvisa quanto scioccante. La Serie A si ferma in quella domenica di morte e lutto e i messaggi di cordoglio in ricordo del giocatore sommergono e inondano tutti i social. Tutti i tifosi e le squadre si uniscono in un abbraccio immaginario, e il calcio ritrova e riscopre quell’umanità e quella sensibilità che sembrava estinta.

Dopo appena due mesi, una partita di Serie A viene fermata di nuovo. Questa volta a causa dei soliti cori di matrice territoriale e razziale. Durante Sampdoria-Napoli in maniera nitida il Ferraris riecheggia di: “Vesuvio lavali con il fuoco” e “Napoli m***a”. La solita vergogna e il solito calcio malato. Inutile l’intervento repentino del presidente doriano Ferrero, sceso in campo per placare l’insano tifo sei suoi sostenitori.

Anche lui si è beccato diti medi e offese gratuite. Una rabbia dei tifosi blucerchiati che mister Sarri poco prima aveva denunciato al quarto uomo, stimolandolo a “raddrizzare le orecchie” e godersi quei cori spregevoli e vili in quel momento ancora nascosti e poco chiari. Ma niente da fare. Quella è stata solo la goccia che ha fatto traboccare il vaso della cattiveria agonistica. E la partita si è fermata per tre lunghi minuti, nell’incredulità dell’arbitro e nella disincantata realtà dei tifosi napoletani presenti che ormai c’hanno fatto il callo.

Nel post gara dal mondo doriano sono giunte dichiarazioni in sostegno dei napoletani. Il presidente Ferrero si è dissociato in toto, salvando solo una piccola porzione dei suoi tifosi: “La nostra è una tifoseria esemplare, chi fa certi gesti non appartiene al calcio”, in accordo con il patron blucerchiato anche Regini, capitano della squadra: “La sospensione è stata giusta, questi cori non si devono più sentire”. 

Ma le scuse servono a ben poco. Possono fare piacere, ma non guariscono questa perversa malattia di sfottò da stadio. Di certo, questo evento non passerà nell’indifferenza e la Lega Calcio potrebbe sanzionare la società in maniera esemplare con una multa pesanteAnche se non basterà a mettere fine a questi scempi.

Perché il calcio italiano è diventato un grosso dito medio. Una farsa in cui vince chi è più cattivo. In cui i protagonisti diventano dei tifosi stupidi e antisportivi. Che senso ha assegnare e indire premi per il fair-play, diffondere campagne contro il razzismo, piangere e disperarsi per la morte di un giocatore, abbracciarsi per una giornata sugli stadi fingendo amore e sportività, se poi dobbiamo assistere ancora a queste assurdità?


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