Autista e ambulanza sequestrati: “Sembravano indemoniati, ho vissuto un incubo”


Dopo l’aggressione al personale medico e il sequestro dell’ambulanza avvenuti la notte tra domenica e lunedì al Pronto Soccorso del Vecchio Pellegrini, l’autista che è stato sequestrato ha raccontato al Corriere del Mezzogiorno cosa è successo quella notte. Ancora terrorizzato, sono stati attimi di paura per lui, costretto a guidare e minacciato.

“Sembravano indemoniati, mi hanno preso di peso e poi mi hanno costretto a guidare. Per la prima volta nella mia vita ho avuto seriamente paura di non uscirne. Mi hanno strattonato, qualcuno mi ha colpito con un casco da moto. Mi hanno preso ad una spalla, mi fa ancora male. Urlavano: “guida, ti devi muovere”. Non volevano sentire ragioni, ho provato a fargli capire che non potevamo andare senza personale sanitario, che in quelle condizioni non sarebbe servito a nulla”.

Dunque l’autista sostiene di aver guidato lui il mezzo e non gli aggressori come era emerso in un primo momento. Non erano armati, racconta Pasquale, ma molto arrabbiati. Dovevano essere quattro ma l’uomo è ancora confuso e sotto shock.

“Hanno preso un letto da un corridoio del pronto soccorso e lo hanno infilato a forza nel mezzo. Quel letto così grande non entrava, così lo hanno messo di traverso. Ho provato a ragionare, a fargli capire che non avremmo potuto caricare un paziente in quelle condizioni. Non avevo mai visto nulla di simile, mi è sembrato di vivere un incubo”.

L’autista ha avuto molta paura di arrivare sul posto e non trovare altre ambulanze mentre fortunatamente c’erano già i suoi colleghi ad aspettarlo. Pasquale lavora da 25 anni nel 118 ma una cosa simile non gli era mai accaduta. Alla domanda se continuerà a svolgere questo lavoro: “Amo questo lavoro, anche se non è facile. Non riesco a immaginarmi da nessun’altra parte”.


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