Vincenzo Ruggiero, la terribile ricostruzione dell’omicidio: resti impastati col cemento


Si chiudono le indagini sulla morte di Vincenzo Ruggiero, il giovane assassinato in un appartamento di Aversa nel luglio dell’anno scorso.

I dettagli sono raccolti in un fascicolo redatto dal pm Vittoria Petronella e riportato dal Corriere del Mezzogiorno in cui si racconta l’omicidio del giovane attivista gay di 25 anni, ucciso e fatto a pezzi da Ciro Guarente, compagno della transessuale Heven Grimaldi, miglior amica di Vincenzo.

Guarente lo avrebbe assassinato, fatto a pezzi il cadavere e poi tentato di scioglierlo nell’acido. Lo avrebbe poi nascosto nel box di un autolavaggio di Ponticelli e con i resti deteriorati avrebbe costruito uno scalino con cemento a presa rapida. La testa della vittima ad oggi non è stata ancora trovata che stando alle ricostruzioni sarebbe stata colpita più volte con un fucile a pallettoni.

Il pubblico ministero ha esaminato le foto delle parti del corpo ritrovate nel garage degli orrori a Ponticelli, indagato anche Francesco De Turris, che avrebbe procurato l’arma a Guarente.

“Ha tagliato il corpo a metà con un’ascia, ha amputato l’arto superiore destro, alcune dita della mano sinistra. Ha praticato un profondo taglio lungo lo sterno in senso longitudinale per riempirlo di acido così da corrodere gli organi” si legge nei fascicoli, come riporta il Corrieredelmezzogiorno.it, e non solo “Prima due colpi dall’alto verso il basso e poi un terzo colpo sulla schiena — c’è scritto nel capo di imputazione —. Contemporaneamente all’esplosione dei colpi d’arma da fuoco, Guarente aveva assoldato una persona che facesse esplodere fuochi d’artificio fuori dalla casa di Aversa per non destare sospetti”. 


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