Davide Astori non è morto nel sonno: la perizia dice che si poteva salvare


Inizialmente si era parlato di “Bradiaritmia“, con il cuore che ha rallentato sempre più fino a fermarsi, ma per la morte improvvisa di Davide Astori, capitano della Fiorentina, esce fuori una nuova ipotesi. A lanciare la notizia è il Corriere della Sera che, “forte” dei risultati della perizia, spiega sulle sue colonne come il calciatore fosse invece morto per “Tachiaritmia“, l’esatto contrario.

Per il lancio dell’indiscrezione, la testata milanese si è valsa del parere dei due professori che hanno eseguito la perizia, Carlo Moreschi e Gaetano Thiene. I periti sostengono che Astori è stato vittima di questo improvvisa accelerazione del battito cardiaco che non gli ha lasciato scampo e per la quale non aveva mai registrato sintomi.

Inoltre, cosa che rende la questione ancora più drammatica, l’atleta non sarebbe morto nel sonno e forse si sarebbe potuto salvare se qualcuno fosse stato in stanza con lui per lanciare l’allarme. Intanto, il procuratore di Udine Antonio De Nicolo non si sbilancia, ma dice: “Sul caso è aperto un fascicolo a carico di ignoti. La collega sta studiando il documento. Non appena il lavoro sarà terminato decideremo se proseguire l’indagine o chiedere l’archiviazione“.


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