Incendio Caivano, l’azienda si difende: “Dietro c’è una regia criminale”


Il maxi incendio che ieri si è sviluppato a Caivano ed ha interessato l’azienda di stoccaggio di rifiuti Di Gennaro (che tratta soprattutto carta e plastica), ha fatto molto discutere nelle ultime ore, soprattutto in materia di salute. Il rogo, infatti, ha sprigionato una nube tossica che si è estesa una vasta zona tra Napoli e Caserta, spingendo anche l’Asl di Napoli 2 ad emettere una serie di indicazioni utili per la salvaguardia dei cittadini.

Tanti gli attacchi mossi all’indirizzo dell’azienda che opera nel settore da oltre 100 anni e che nel 2008 ha ricevuto, dalle mani di Giorgio Napolitano, un riconoscimento come impresa d’eccellenza nell’innovazione nella tradizione del territorio. Quindi, la Di Gennaro non ci sta a questo accanimento verso di lei e si è difesa nella persona del suo presidente Giuseppe.

Dietro questi episodi (trecento in tre anni in tutta Italia) è come se agisse una regia accorta di natura criminale, che forse ha lo scopo di far saltare il già delicato e precario equilibrio sul quale si regge l’intero sistema della raccolta differenziata. Forse a qualcuno non piace, o forse qualcuno non fa bene il suo lavoro“, ha sostenuto Di Gennaro in un’intervista rilasciata a Il Mattino.

Per il presidente dell’azienda, tre episodi simili nell’ultimo mese sono una prova e non possono essere considerati solo coincidenze. Eppure, proprio qualche giorno fa, nel corso di una riunione del Co.Re.Pla, la stessa Di Gennaro aveva lanciato un allarme, dopo i recenti roghi: “La Di Gennaro spa, aveva comunicato ai Comuni, agli Operatori di raccolta, alla Regione Campania, alle Prefetture campane e ai Consorzi Conai e Corepla di non essere suo malgrado nella condizione di ricevere conferimenti aggiuntivi per supplire al fermo degli altri impianti, proprio per evitare di superare i limiti di stoccaggio autorizzati e per non accrescere ulteriormente il rischio di incendi“.

Quindi, in un certo senso, un pericolo incombente era stato avvertito, ma il presidente della Di Gennaro si scaglia anche contro il sistema di raccolta differenziata (che in Campania trova sempre più difficoltà per un pieno decollo): “Abbiamo un sistema di raccolta differenziata che privilegia la quantità senza tener conto della qualità, ciò comporta una notevole produzione di sovvalli (scarti non riciclabili) da smaltire, proprio quando il sistema degli smaltimenti in Italia è al collasso. Perfino il sistema dei consorzi del Sistema Conai fatica a gestire gli scarti di sua competenza quindi ad assicurarne l’asporto a fine lavorazione“.

Il problema – continua a spiegare – e che riciclare materiale in Italia, per non parlare del sud Italia è molto complesso. Noi riceviamo plastica,vetro, carta e legno. Li lavoriamo, vagliandoli per colore e composizione. Poi ci tocca aspettare che quello che abbiamo lavorato, venga assegnato tramite aste, alle varie aziende che riciclano il materiale. Tempi lunghi che finiscono per far scoppiare le zone di stoccaggio, che sono esposte anche a malintenzionati e poi accade l’irreparabile. Abbiamo comunque consegnato agli inquirenti tutti i video ripresi dalle telecamere di sorveglianza, sperando che dalla loro analisi si arrivi a determinare le cause che hanno causato l’incendio“.

Una situazione a limite che, però, non ha fatto abbassare la guardia all’azienda che ha “intensificato ancora di più l’azione preventiva con turni ininterrotti per monitorare l’azienda, un sistema antincendio all’avanguardia e personale qualificato” proprio per far fronte ad un “pieno dovuto ai tempi lunghi della collocazione del materiale da riciclare“.

Intanto, la procura di Napoli Nord ha disposto il sequestro dell’impianto dove lavorano 102 persone, ma Di Gennaro non pare preoccupato dal provvedimento, anzi sembra il primo ad essere in cerca di risposte: “Ho piena fiducia nella magistratura. Mi auguro e spero che questo incendio sia da monito ai consorzi nel garantire una sollecita risposta alla collocazione di materiali selezionati che allo stato attuale non riescono a trovare sbocco. Questo è il vero problema“.


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