Villa Livia, set de “I bastardi di Pizzofalcone” non sarà venduta: come verrà utilizzata


Dopo la notizia della restituzione al Museo Filangieri di opere rubate tra gli anni ’90 e 2000, il Museo annuncia che Villa Livia, la dimora dell’Ottocento nota per essere il set della seri “I bastardi di Pizzofalcone” non chiuderà ma sarà luogo per eventi.

Mesi fa la Villa fu al centro di controversie, rischiava di essere venduta, il Museo non riusciva a garantire la sua apertura e rischiava di cadere in rovina. La dimora ottocentesca invece resterà nella disponibilità del Museo di via Duomo per eventi, congressi e festival musicali.

Come si legge su Il Corriere del Mezzogiorno, il neodirettore del Filangieri Paolo Jorio spiega il rilancio della Villa e della zona con un banner sulla facciata del Museo che ricorda il percorso “La via dei musei” e l’integrazione con il Tesoro di San Gennaro attraverso un biglietto unico di ingresso ad entrambi i musei.

Il ritrovamento di armi storiche, medaglie, libri antichi, monete ha portato bene al Museo e alla sua Villa Livia. Aggiunge Jorio: “Un buon inizio. I banner mai visti all’esterno del Museo sono una svolta di comunicazione per il Filangieri strozzato dal metrò, invisibile ai turisti e sconosciuto ai napoletani ma che, come il Museo di San Gennaro, ha potenzialità incredibili tanto più nella rete della “Via dei Musei”: otto complessi con straordinarie capacità espositive in percorso con l’Archivio Storico del Banconapoli, le Sette Opere del Caravaggio, i Girolamini che rappresentano un unicum”.

“L’8 novembre celebreremo il 130esimo anniversario del museo e a Ferragosto resteremo aperti a prezzo simbolico (3 euro) ma presto il Filangieri dovrà essere anche un palazzo d’eventi”.

Piera Leonetti, presidente dell’associazione “Salviamo il Museo Filangieri” spiega: “La restituzione è importante perché si sta tentando di recuperare tanti oggetti scomparsi di cui non si ha neanche piena contezza. L’ultima grande restituzione 5 anni fa comprendeva porcellane, medaglie e libri. Bisogna ancora indagare cosa manchi col supporto di foto d’epoca e lo studio degli inventari antichi. Ricordiamo che il museo nel 1999 fu chiuso proprio perché ci si accorse della mancanza di alcune porcellane donate allo Stato ma in consegna al Filangieri. Oggi comunque è per tutti un giorno di festa”.


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