I prezzi della benzina potrebbero aumentare nuovamente, arrivando persino a toccare i 2 euro al litro. Tutti ricordiamo il periodo 2012/2013, quando nel bel mezzo della crisi economica più nera, i prezzi del carburante salirono alle stelle. Come ormai in molti sanno, tali prezzi dipendono da due fattori principali: il costo del petrolio e le accise storiche che maturano su di esso da dopo la guerra in Abissinia ed il disastro della diga del Vajont.
Nel 2014, con la legge di bilancio, le accise vennero coperte da altri introiti ed i prezzi del carburante tornarono stabili, stabilità durata fino ad oggi. Nei prossimi mesi, però, la situazione potrebbe cambiare in negativo: il costo del petrolio è in netto aumento, quasi come negli anni della crisi, e le accise, maturate dal 2014, potrebbero non essere più coperte dal bilancio.
Nonostante sia stato annunciato un taglio dei balzelli più antichi, come appunto quello per la guerra in Abissinia e quello per il Vajont, la cosa sembrerebbe infattibile. Tali tasse sono state unificate nel 1995 dalla legge Dini e ad esse si sono sommati altri balzelli per le numerose emergenze che hanno afflitto negli ultimi anni le finanze del paese.
Tali considerazioni sono portate avanti da uno studio del Sole 24 Ore, che ha spiegato approfonditamente in un video la situazione. Con tali premesse è possibile, quindi, un nuovo e vertiginoso aumento dei costi del carburante, anche peggiore di quello subito negli scorsi anni.