Giro di “mezza” Italia, le tappe si fermano a Cassino: la Gazzetta si scorda del Sud


Avevamo dato una piccola anticipazione delle tappe del prossimo Giro d’Italia che partirà l’11 maggio e terminerà il 2 giugno 2019 e che è stato presentato ufficialmente lo scorso 31 ottobre a Milano.

Dopo la partenza israeliana dell’anno scorso, si tornerà a partire dall’Italia e più precisamente da Bologna che ospiterà una spettacolare cronometro di 8,2 chilometri, gli ultimi due dei quali in salita, verso il Santuario della Madonna di San Luca.

Nella mappa diffusa da La Stampa, si vede chiaramente che i percorsi delle tappe si fermano a Cassino, dove si arriverà a San Giovanni Rotondo, punto più meridionale del percorso del Giro 2019. Di fatto l’Italia verrà tagliata completamente in due parti, escludendo il Sud.

Ricordiamo che nel 2017 venne esclusa dalle tappe rosa la Campania, dando al Giro d’Italia un’impronta più “adriatica”. Nel 2015, invece, il percorso si fermò al Sannio escludendo totalmente Puglia, Basilicata e Sicilia. Nel 2014 il punto più meridionale fu Taranto, nel 2013 il Giro arrivò quasi fino a Reggio Calabria. Nel 2012 ancora si fermò in provincia di Benevento e nel 2011 scese fino a Messina. Ma forse non è mai successo nella storia del Giro una totale esclusione del Sud dalle tappe.

Una situazione che ha dell’assurdo, un’Italia che secondo la Gazzetta si fermerebbe in Ciociaria, includendo fortuitamente solo parte del Gargano.

Ancora vivo nei meridionali il ricordo di quell’urlo che fece il giro del web durante il Giro d’Italia 2014, quando un tifoso immortalò a Nocera Inferiore in un video: “Terroni!”. Il grido fu opera di un ciclista del gruppo Astana che poi si scusò su Facebook.

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