Video. Torna l’incubo per Ciro Esposito. La mamma dichiara..


Le condizioni di Ciro Esposito, il tifoso colpito da un proiettile prima dell’inzio della Finale di Coppa Italia tenutasi all’Olimpico il 3 Maggio scorso, peggiorano inaspettatamente e la famiglia precipita nuovamente nell’angoscia e nella paura. Erano stati giorni di ripresa quelli appena trascorsi, Ciro si era risvegliato, aveva parlato a sua madre, suo padre e ai suoi familiari, ma durante la giornata di ieri è stato colpito a sorpresa da una crisi respiratoria che lo ha costretto -ancora una volta- ad uno stato di semi-incoscienza.

Lo hanno dovuto intubare di nuovo Ciro, a causa probabilmente di un’infezione. Sua madre racconta di aver ricevuto anche una telefonata da parte del Presidente De Laurentiis: «Mi ha detto di essersi tenuto costantemente informato sulle condizioni di mio figlio – spiega Antonella Leardi, la mamma del tifoso ferito a Roma – si è informato sulle condizioni di Ciro, si è complimentato per la grinta mostrata nel difendere mio figlio e mi ha promesso che appena Ciro starà meglio verrà a fargli visita».

In questi quindici giorni la famiglia Esposito sembra vivere in bilico tra disperazione e speranza con la vita di Ciro appesa ad un filo. Costeggiano l’ospedale cugini, zii, nipoti, e soprattutto la Madre, il Padre e la fidanzata di Ciro che continuano a pregare per la vita di un giovane pieno di spirito, ridotto in coma dalla mano di un tifoso della Roma.

A tener compagnia a sua madre e ai suoi familiari anche il signor Pino, il proprietario dell’hotel “Bella ‘mbriana” che ha voluto ospitare gratuitamente gli Esposito. Un momento particolarmente difficile per l’intera famiglia che deve preoccuparsi di difendere anche la reputazione del povero giovane più volte accostato ad ambienti camoristici e criminali.

Sua madre racconta ai microfoni de IlMattino.it: «I medici ci avevano avvertito che la situazione era ancora a rischio – spiega Antonella – ma quando sabato la febbre ha cominciato a salire, ho subito un altro colpo. Poi ieri quando lo hanno nuovamente intubato ho sentito il terreno mancarmi sotto i piedi. Ormai riuscivo a scambiare qualche parola con mio figlio, potevo accarezzargli le mani, quelle mani da lavoratore con le unghie ancora sporche di grasso di cui sono tanto orgogliosa. Adesso, invece, lo hanno nuovamente legato alle flebo e anche toccarlo è tornato a essere difficile. Lo so, i medici dicono di stare tranquilla, mi spiegano che in questi casi e con queste ferite a volte si fa un passo in avanti e il giorno dopo capita di farne due indietro, ma per me accettarlo è difficile. Io non vedo l’ora di riportare mio figlio a Napoli, a Scampia».


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