Incidente filobus del 1961: quella tragedia che segnò Napoli


Un tragico incidente causato da un filobus, una vicenda che dopo anni lascia ancora una ferita aperta nel quartiere partenopeo Avvocata. Stiamo parlando dell’incidente filoviario del 15 maggio 1961, quando un filobus (un Alfa Romeo 140 AF matricola 5452) ruppe i freni in via Salvator Rosa, nel tratto in discesa comunemente chiamato dai napoletani la Cesarea, causando la morte di tre persone e 143 feriti.

Le persone del quartiere, soprattutto le più anziane, ricordano tutto con una “spaventosa” lucidità. Mai, infatti, si sarebbero immaginate che quel filobus dell’Atan (l’allora azienda municipale dei trasporti, prima di diventare Anm) si sarebbe trasformato in una trappola mortale. La ricostruzione dell’accaduto è contenuta nel libro Storia fotografica di Napoli 1945/1985 a cura di Attilio Wanderling.

Il filobus (linea 249 barrato), con a bordo tantissimi pendolari,  subì l’improvvisa rottura dei freni, con l’autista che ne perse il controllo: nella sua corsa “impazzita” finì sul marciapiede e causò la morte di tre pedoni. “Erano le 8,12 – spiega Wanderling – e il filobus, una vecchia carretta destinata allo scasso, trasportava una sessantina di passeggeri quando nell’immettersi in via Salvator Rosa, all’altezza del liceo classico Vico, rompe i freni“.

Oggi, lunedì 14 gennaio 2019, il Comune di Napoli ha voluto ricordare quelle tre vittime (Giovanni Cascone, Gabriella Granieri e Concetta Marchiello) con una targa, proprio lì dove persero la vita. “Quando avvenne la disgrazia non avevo ancora 10 anni. Questo episodio tragico ha segnato la mia esistenza. Ho colto lo spunto della rielezione di de Magistris e con una lettera ho chiesto apertamente se fosse stato possibile avere un ricordo di queste tre povere persone“, ha detto uno dei parenti delle vittime presenti alla cerimonia.


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