Eruzione Vesuvio, modifiche al piano di evacuazione: resteranno tutti in Campania


Sempre più concreta diventa l’idea che, in caso di evacuazione della zona rossa dell’area vesuviana o flegrea per il rischio di eruzione del Vesuvio, tali popolazioni vengano trasferite all’interno della Campania piuttosto che in giro per l’Italia.

Secondo quanto riportato da Il Mattino, la settima Commissione permanente del Consiglio regionale (Ambiente e Protezione civile), presieduta da Gennaro Oliviero, ha infatti approvato un documento che farà si che si possa ridiscutere con la Protezione civile il Piano di evacuazione e soprattutto prevedere che «i gemellaggi avvengano all’interno del territorio regionale al fine di ridurre i centri decisionali per la gestione del rischio, limitare i fenomeni di spopolamento di diverse aree del territorio regionale e favorire attraverso le intese con i territori interessati, processi sinergici di crescita economica, culturale e sociale che mitighino, nel contempo, il rischio vulcanico».

In attesa di valutazioni della giunta e successivamente del Consiglio regionale, cui spettano gli eventuali provvedimenti, è stata la forza degli argomenti proposti alla Commissione regionale da un gruppo di imprenditori casertani, guidato da Carlo Cicala e Vincenzo Coronato, che da molti anni è impegnato su questi temi attraverso il progetto «Convivenza Vesuvio».

La proposta ha inizialmente ottenuto il consenso dei sindaci dell’area vesuviana e poi ha suscitato l’interesse del massimo organo territoriale.

Uno degli obiettivi del progetto consiste proprio nel fatto che la Regione deve dotarsi di un Piano di allontanamento regionale «della popolazione residente nelle zone rosse da attuare in caso di rischio vulcanico che punti alla valorizzazione delle aree interne della Regione».

Una ulteriore proposta di «Convivenza Vesuvio» è quella di mettere in atto una prima esercitazione di evacuazione coordinata dalla Protezione civile per almeno 40mila abitanti delle aree interessate in modo tale da poter verificare sul campo la disponibilità di assi stradali idonei a fronteggiare una mobilità di questo peso, essendo gli abitanti da evacuare un milione e 250mila, di cui 700mila nell’area vesuviana e 550mila in quella flegrea.

Inoltre, visto che non si può prevedere per quanto tempo il vulcano erutterà, i gemellaggi non possono avere il solo scopo di ospitare i rifugiati, ma devono ricreare delle condizioni strutturali tali da trovarsi alla pari con i territori interessati, valorizzando i rispettivi processi economici, culturali e sociali.


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