Alimentazione sostenibile: cos’è e perché potrebbe salvare il pianeta


Esistono tanti tipi di diete. Una parte della popolazione cerca di adottare un’alimentazione più ecosostenibile volta a non danneggiare gli animali e la terra e senza introdurre nell’organismo cibi eccessivamente modificati.

Ma cosa significa mangiare in modo sostenibile?

Mangiare in modo sostenibile non è di certo una novità. In realtà 300 anni fa i nostri antenati mangiavano nettamente meglio. Questo succedeva perché la maggior parte degli alimenti erano ricavati da ecosistemi propri e le pratiche agricole avevano un netto distacco dalla realtà selvatica. Ai giorni nostri una dieta sostenibile sembra essere un concetto nuovo perché l’agricoltura è cambiata molto e i sistemi di produzione degli alimenti sembra andare contro questo principio.

Un’alimentazione sostenibile va in due direzioni. Da un lato punta al benessere dei singoli individui, dall’altro punta all’ambiente evitando di produrre danno alla natura. Purtroppo negli ultimi tempi sembra che la produzione alimentare abbia evitato di pensare all’ambiente e agli ecosistemi. Questo è successo e succede ancora perché c’è una vera e propria esasperazione dei processi produttivi di cibo.

Un malessere nutrizionale mondiale

Nonostante tutto però la popolazione mondiale si divide a causa del numero di persone malnutrite e di persone che hanno problemi di obesità. L’obesità nasce proprio dal fatto che c’è una sovrabbondanza di cibi e che spesso vengono prediletti quelli ad alto contenuto calorico e povero di nutrienti veri e propri. La malnutrizione invece dilaga in Africa e in altri territori a causa della scarsa accessibilità alle risorse, specialmente quelle idriche.

Sono due stati completamente opposti che portano un malessere generalizzato. Da un lato c’è la disponibilità di troppo cibo, mentre dall’altro il cibo scarseggia. Intanto dal fronte ecologico la situazione non migliora poiché la maggior parte delle specie esistenti sono in via d’estinzione a causa delle attività umane che stanno distruggendo interi habitat. Tra le maggiori attività quelle che stanno causando gravi problemi sono legati proprio alla produzione del cibo. La soluzione risiederebbe in un riassetto nell’utilizzo delle risorse.

Quanto consuma l’agricoltura?

Purtroppo consuma molto. La maggior parte dell’acqua viene consumata proprio per permettere l’irrigazione dei campi. Ma l’agricoltura crea anche un altro danno, ossia consuma il terreno. Per creare un campo agricolo vengono utilizzati grandi parti del suolo che viene tolto alla vegetazione autoctona del territorio e agli animali. Paradossalmente l’agricoltura intensiva uccide la biodiversità.

Dai campi coltivati si passa alla modificazione del cibo. Esso viene industrializzato dalle aziende a ritmo battente. Le aziende più producono e più inquinano immettendo in atmosfera anidride carbonica. La produzione di cibo è molto alta, ma è anche alto lo spreco che se ne fa. Di tutto il cibo prodotto almeno il 30 percento viene buttato, rendendo vani tutti gli sforzi di produzione e quindi senza giustificare il consumo di terra, di acqua e i fertilizzanti.

Nonostante un quarto della popolazione mondiale soffra la fame, una parte di cibo viene sprecata senza un motivo ben preciso.

Ritorno ad un’alimentazione sostenibile

La soluzione per poter salvare il pianeta potrebbe risiedere nel ritornare a produrre cibo naturalmente, sfruttando di nuovo il contatto con la natura, senza modificazioni. La maggior parte dell’inquinamento è prodotto per coltivare i campi, la maggior parte delle industrie servono a industrializzare il cibo. Nell’industrializzazione rientra anche la produzione eccessiva di plastica che serve per confezionare i cibi, completando un quadro completo della situazione d’inquinamento in cui riversa tutto il mondo.

Ricominciare a vivere evitando d’inquinare e adottando uno stile di vita che guardi più alla salvaguardia della natura che al benessere dell’uomo e al malessere del resto della biodiversità potrebbe risolvere il problema. Comprare cibo con un impatto ambientale basso, giova non solo alla salute del singolo, ma a quella dell’intera umanità.

Fonti

One planet food

CIWF Italia


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