Una scelta di “emigrare” che se prima interessa solo i post-laureati, oggi coinvolge anche ragazzi più giovani che scelgono università non del Sud. Una decisione il cui peso maggiore è dato non tanto dalla qualità degli studi, in quanto anche nel Meridione ci sono buonissime università, ma dalle concrete possibilità lavorative che assicura il ricco Nord. Solo nell’anno 2016-2017 ben 157 ragazzi si sono iscritti ad atenei del Centro-Nord. Solo in Campania si è registrato un saldo migratorio pari al 14,2 % di studenti, percentuale condivisa con Calabria, Sicilia e Sardegna. Mentre le regioni del Meridione che hanno registrato percentuali più alte di migrazione sono state la Basilicata con il 43,7% e la Puglia con il 31,9%.
Questa situazione è aggravata non solo dalla perdita umana ma si rivela disastrosa anche su un livello economico, dato che i mancati consumi pubblici e privati comportano una perdita annua di circa 3 milioni di euro per il Meridione, che continua ad impoverirsi.
Quindi il motivo basilare per cui gli studenti sudisti preferiscono trasferirsi al Centro-Nord è dato dalle altissime possibilità di trovare un lavoro affine al percorso di studi compiuti, tanto che 73 ragazzi su 100 nell’arco di tre anni post-laurea guadagnano ed hanno un’occupazione.