Professore suicida, i colleghi: “Meschino pettegolezzo. Attendiamo la verità”

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“No al linguaggio gratuito e diffamante di certa sedicente stampa che fa passare per diritto di cronaca il più meschino e nauseabondo pettegolezzo”, questo è uno dei passaggi più forti ed evocativi di una lettera stilata da 74 docenti, colleghi di Vincenzo Auricchio, il professore che si è suicidato dopo essere stato accusato di molestie su due studentesse minorenni. L’uomo si è tolto la vita sabato presso la sua abitazione di Quarto, puntandosi una pistola alla tempia.

Il documento continua così: “No all’uso indiscriminato dei social, capaci di atterrare e di esaltare, di far scendere nel baratro dell’ inferno e di santificare, un luogo dove tutto ciò che è virtuale diventa reale, dove tutto ciò che è detto non potrà più essere ritirato. Ieri il professore era un pedofilo, oggi è un santo, ieri le due adolescenti erano le povere vittime di un adescamento illecito, ora i carnefici, artefici, del più infido e immorale degli inganni”.

Si conclude la lettera con una decisione precisa: “Il liceo, nella sua totalità precisa che il riserbo adottato è la manifestazione del dolore profondo di un’intera comunità scolastica e non costituisce, come è stato espressamente detto dai media, l’arroccamento dietro un muro di omertà. La comunità dell’istituto si stringe in un corale cordoglio rivolto a tutte le vittime di questa terribile storia che nessuno potrà mai dimenticare”.

I funerali del professore si terranno domani 20 giugno alle ore 16:15, nella chiesa di San Giovanni Battista dei Fiorentini, non distante da piazza degli Artisti, al Vomero.


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