Tomba del tuffatore: da Paestum alle Universiadi. Perché è così importante?


Paestum – Nella serata inaugurale per l’apertura delle Universiadi 2019 a Napoli, tenutasi allo Stadio San Paolo, gli spettatori hanno assistito ad un momento particolarmente spettacolare: un atleta si è “tuffato” da 30 metri d’altezza ed ha compiuto un volo a rallentatore appeso ad un cavo. Alle sue spalle campeggiava enorme la riproduzione dell’affresco della “Tomba del Tuffatore”. Cos’è quest’opera e perché è tanto importante?

La tomba fu trovata nel 1968 a 2 km a Sud di Paestum, all’interno di una piccola necropoli di VI-IV sec. a.C. La scena del Tuffatore, che ha dato il nome alla tomba, si trova sul lato interno della lastra di copertura, proprio di fronte al defunto. Le pareti laterali della tomba, invece, in lastre di travertino, sono decorate con scene di un banchetto festoso. Per oltre 2000 anni, dopo il funerale avvenuto orientativamente intorno al 475 a.C., solo l’ospite della tomba, il defunto, ha potuto godere di tali opere, sigillate nel buio della sepoltura.

Gli affreschi costituiscono l’unica testimonianza della pittura greca a grandi dimensioni, non vascolare, prima del IV sec. a.C.. Però, aldilà dei fattori tecnici, la Tomba del Tuffatore è singolare soprattutto per il soggetto rappresentato: un giovane nudo che si tuffa nell’oceano. Verrebbe da pensare che si tratti della tomba di uno sportivo, magari un campione di tuffi, ma non è così.

Il giovane uomo che salta in acqua, infatti, rappresenta un passaggio, la rottura di una parete, un balzo nel mondo dell’ignoto. Il tuffatore non passa dalla terraferma all’oceano, ma dal mondo dei vivi a quello dei morti. Rappresenta quel grande tuffo che a tutti noi, prima o poi tocca. Per questo il simposio sulle altre pareti: i piaceri, la festa, la felicità per una persona che sta andando oltre la vita terrena verso il grande mistero.

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Affresco della cd. “Tomba del Tuffatore” di Paestum

Mentre tradizionalmente i greci avevano una visione molto negativa dell’ aldilà, nel V sec. a.C. si diffusero nuove idee, basate sulla speranza di una forma di sopravvivenza dopo la morte, culti che gli antichi greci, così come i romani, cercavano di sopprimere in favore della religione tradizionale politeista. Su questa scia, Platone definirà la morte la “liberazione dell’anima”, anticipando così credenze religiose più recenti come il Cristianesimo.

L’eccezionalità della tomba consiste proprio nel messaggio metafisico che trasmette attraverso il linguaggio visivo. Nelle città greche dell’Italia meridionale, filosofi come Pitagora e Parmenide stavano affrontando questioni legate alla metafisica e alla vita dopo la morte. Si diffondevano credenze ispirate dal pitagorismo e dall’orfismo (a sua volta ispirato dal mito di Orfeo che torna dall’Ade grazie alla musica), condivise solo fra chi era “iniziato” ai misteri di questa tradizione. È stato ipotizzato che anche la persona sepolta nella Tomba del tuffatore fosse un “iniziato”.

Oggi, possiamo ammirare gli affreschi della Tomba del Tuffatore al Museo del Parco Archeologico di Paestum.


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