Nasce il partito meridionale di Pino Aprile, per “combattere” la Lega di Salvini
Ago 19, 2019 - Redazione
Pino Aprile fa sul serio, scende in politica con un’iniziativa per far risorgere il sud.
Il giornalista che ha contribuito a vedere la storia dell’Unità d’Italia da una prospettiva diversa (di conquista piemontese con massacri dei cittadini meridionali e spostamento di ricchezze al nord), dà a tutti appuntamento alla Grancia, a Potenza, in Basilicata, il 24 agosto mattina (9.30).
Così nascerà un partito meridionale per sbarrare la strada a Salvini. Secondo Pino Aprile, “Salvini e la Lega sono solo l’ultima e peggiore manifestazione della bulimia di risorse pubbliche che dota il Nord e il Centro di infrastrutture decenti o persino all’avanguardia, treni ad alta velocità, autostrade, anche inutili e dannose, come la Brebemi o le pedemontane lombardo-venete, istituti di ricerca pagati da tutti ma rigorosamente padani, eccetera; mentre in circa metà del Paese è quasi o del tutto impossibile raggiungere un posto in treno o con una strada che non sia dissestata, piena di buche, mezzo franata. E se il tempo è un costo fra i maggiori, questo uccide l’economia del Sud“.
“Un Paese – continua il giornalista – che non riconosce a tutti i suoi cittadini uguali diritti non è un Paese, ma un sistema malato. In tal senso, l’Italia non è mai stata unita, ma divisa. Un Paese così fatto genera disaffezione, distacco, risentimenti e persino odio (la Lega si nutre di quello ed è nata sfruttando il razzismo contro i meridionali). Sino all’apparente assurdità (ma psicologia e psico-sociologia spiegano il fenomeno) di tanti meridionali che votano Lega e Salvini, che per decenni li hanno insultati e ancora li privano (complici i “paramount chief” colonizzati) di diritti elementari: alla salute, all’istruzione, alla mobilità; persino al rispetto. Un Paese così era, esasperando le differenze, il Sud Africa, prima di abolire l’Apartheid che di fatto c’è sempre stata in Italia, e ora si vuole blindare per legge”.
“Il Mezzogiorno è in calo demografico, – spiega Pino Aprile – come avvenuto soltanto per le stragi risorgimentali dei piemontesi e per la più assassina epidemia della storia dell’umanità: la “spagnola”, dopo la prima guerra mondiale. E il futuro del Sud se ne va con i giovani, costretti a cercarne uno in giro per il mondo. Le nostre regioni, che mai, in millenni, erano state terra di emigrazione, si stanno riducendo a un gerontocomio in fase di svuotamento”.
“E vorrei poter dire, – conclude – alla Grancia, il 24 agosto (ci si vede alle 9,30): “Ci siamo!”. Decideremo lì, insieme, il nome e la forma di quel che nascerà. Sarà una creatura che avrà anime solitamente incompatibili e dovrà accordarsi su un programma minimo e condiviso (razzisti esclusi)“.