Nell’era della comunicazione quello che sta succedendo in Iran fa capire l’importanza di internet. Il governo ha deciso di togliere la connessione ai suoi abitanti bloccando così la diffusione delle immagini e dei video che mostrano la protesta. Una protesta pacifica, con macchine ferme per strada, nata sei giorni fa per il rincaro dei prezzi sulla benzina.
Oltre cento le vittime ma nessun bilancio ufficiale è stato diffuso dal governo di Teheran. Alcuni attivisti, citando fonti anonime del ministero degli Interni, parlano addirittura di 200 morti e tremila feriti. La polizia infatti sta reprimendo nel sangue la rivolta sparando ad altezza uomo e uccidendo chiunque sia in strada.
L’Onu si dice preoccupato per quanto sta accadendo così come Amnesty International che denuncia:
“In base alle prove che abbiamo esaminato le forze di sicurezza iraniane hanno usato forza eccessiva e letale per stroncare le proteste che, con l’aumento del prezzo della benzina, si sono svolte dal 15 novembre in oltre 100 città.
Informazioni attendibili parlano di almeno 106 manifestanti uccisi in 21 città. Tuttavia, il numero effettivo potrebbe essere più alto e, in base ad alcune fonti, le persone uccise sarebbero circa 200. Gli organi d’informazione statali hanno parlato di una manciata di manifestanti uccisi e di almeno quattro vittime anche tra le forze di sicurezza”.
Il rapporto continua mettendo in luce come le proteste in Iran siano represse nel sangue e con la violenza:
“Gli organi d’informazione statali hanno riferito che, alla data del 17 novembre, erano stati arrestati oltre 1000 manifestanti.
Nelle immagini video che abbiamo analizzato le forze di sicurezza, oltre a manganellare i manifestanti, usano armi da fuoco, cannoni ad acqua e gas lacrimogeni per disperdere le proteste. I bossoli rimasti sul terreno, così come l’elevato numero di vittime, fanno supporre che siano state usate pallottole vere.
In alcune delle immagini verificate si vedono agenti della polizia anti-sommossa rompere i vetri delle automobili con gli autisti ancora all’interno. In base ad alcune testimonianze oculari, corroborate da video, i manifestanti sono stati colpiti dacecchini piazzati sui tetti e, in un caso, su un elicottero“.
Alcuni testimoni oculari hanno affermato che le forze di sicurezza hanno portato via cadaveri e feriti dalle strade e anche dagli ospedali. Come già successo in passato, in molti casi le forze di sicurezza e i servizi d’intelligence hanno rifiutato di restituire le salme alle famiglie o hanno costretto queste ultime a seppellire i loro cari in tutta fretta e senza che un’autopsia indipendente avesse potuto chiarire cause e circostanze della loro morte. Ciò è contrario agli standard e alle norme internazionali sulle indagini relative alle uccisioni illegali”.
Solo il 5% degli iraniani ha accesso a Internet come dimostrano i dati dell’Osservatorio sulla Connettività ‘NetsBlogs’.
Update: 90 hours after #Iran implemented a near-total internet shutdown, connectivity continues to flatline at just 5% of ordinary levels 📉
Iranians deserve access to the outside world like everyone else #Internet4Iran #IranProtests
📰https://t.co/1Al0DT8an1 pic.twitter.com/32QZ9Vhbol
— NetBlocks.org (@netblocks) November 20, 2019
Gli unici a poter usare la rete stanno diffondendo come possono immagini e video delle proteste usando su Twitter l’hashtag #iranprotest. Tantissimi i video che contengono sangue che decidiamo di non mostrarvi. Questo uno dei pochi che non lo contiene diffuso da un giornalista iraniano e che mostra le proteste in Iran.
Tehran … Today#IranProtests pic.twitter.com/LJcxnhWKU5
— Helmet maroufi (@helmetmaaroufi) November 20, 2019
In questo video invece si sentono degli spari. Un attacco che secondo chi ha postato il filmato ha ucciso quattro persone.
🛑#IRGCTerrorists shooting multiple live rounds at the protesters.
Sources state that this attack killed 4 people and wounded 3 others in Mahshahr, #Iran #IranProtests pic.twitter.com/aX9QapeIjp— M.Reza Massali (@m_mrezamm) November 20, 2019
Immagini forti anche quelle postate in un altro video.
@USSenate just noticed Japan for their humanitarian efforts, i know you see us, don’t turn a blind eye, stand with us #IranProtests#SupportIranianPeoplepic.twitter.com/yVsisIaUeI
— سرندیپیتی💙💜💗 (@Serendipiti_Luv) November 20, 2019
Questo l’appello di Mahmoud Hakamian, membro della commissione esteri del Consiglio Nazionale della Resistenza Iraniana per fermare le proteste e le violenze in Iran.
#Iran Iran Uprisings spread to over 107 cities, 31 provinces
At least 61 people killed in 10 cities, hundreds wounded
Call on international community to support #IranProtests and To condemn the crackdown on protesters @ItalyMFA @luigidimaio @GiuseppeConteIT pic.twitter.com/FpN3pHvesf— mahmoud hakamian (@HakamianMahmoud) November 18, 2019