“Pithecusa” colonia greca: perché Ischia fu chiamata “Isola delle scimmie”


Due sono i grandi poli della “grecità” nel Mediterraneo: la Grecia in senso stretto e il meridione d’Italia, quello che un tempo è stato Magna Graecia. La Campania, in particolar modo, è stata per i Greci tappa fissa dapprima per rotte commerciali (si parla, infatti, di comunità mercantili a prevalenza greca), poi per colonie vere e proprie. Tante volte abbiamo avuto la possibilità di parlare di quella che ormai si pensa sia stata la prima colonia greca in Italia: l’isola d’Ischia.

L’isola d’Ischia, indiscutibile patrimonio storico del Sud Italia, è stata fondata intorno alla prima metà dell’VIII secolo a.C. dalla corrente coloniale euboico-calcidese (la stessa corrente coloniale che si è occupata di fondare le più famose colonie greche in Campania come, ad esempio, Cuma, ormai sito archeologico posto tra i comuni di Bacoli e Pozzuoli).

L’isola d’Ischia, come la maggior parte di quelle che saranno poi dette colonie magnogreche, è stata dapprima un emporio multietnico a prevalenza sì greca, ma in cui arrivarono numerosi coloni anche etruschi, fenici e, perché no, anche punici. 

L’isola, all’epoca, portava il nome di Pithecusa, o Pitecussa (in greco Πιθηκούσσαι, Pithekoussai o Pithecusae; letteralmente isola “delle scimmie, popolata dalle scimmie”). Ma perché darle questo particolare nome? Il nome “Pithecusa/Pitecussa” risulterebbe essere un toponimo connotativo dell’isola. Si è parlato, infatti, di un ipotetico ritrovamento di una scapola di scimmia sull’isola sebbene l’animale non sia mai stato tipico delle nostre zone.

Allora quale potrebbe essere l’ipotesi più veritiera? Il toponimo, a questo punto, sembrerebbe riguardare una connotazione piuttosto dispregiativa degli abitanti dell’isola: si tratterebbe, infatti, di una connotazione scimmiesca affibbiata agli abitanti della stessa.


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