Piagnisteo Veneto da Coronavirus: Zaia e Salvini chiedono solo soldi. E il Sud aspetta


L’emergenza Coronavirus scatena la bagarre politica tra il governo giallorosso e la Lega di Matteo Salvini. Al Presidente della Regione Veneta, Luca Zaia, non è bastato l’annuncio del Governo riguardo alle misure straordinarie da adottare in favore delle popolazioni isolate nella zona rossa, colpite improvvisamente dall’allarme contagio.

In una recente intervista il governatore ha precisato: “E proprio ieri, in una call conference con il premier Conte e i ministri Speranza e Di Maio, ho chiesto al presidente del consiglio interventi straordinari per tutto il nostro comparto economico, a partire dal turismo per il quale – in seguito – sarà necessaria una campagna pubblicitaria ad hoc. Mi auguro che presto, molto presto, ci sia un decreto del governo in grado di soddisfare questa mia richiesta”. 

A fargli eco è il suo leader Salvini che ha twittato in sostegno delle richieste di Zaia: “20 milioni di euro non bastano. Servono forse ad una parte della popolazione di Codogno…Secondo stime Lega servirebbero 10 miliardi a sostegno di famiglie e imprese”. 

Tweet SalviniLE MISURE STRAORDINARIE 

Dal Governo fanno sapere che presto sarà firmato un decreto in favore delle popolazioni colpite dal virus. In particolare si tenterà di ridurre il peso dei tributi per aziende e famiglie, in modo da facilitare una immediata ripresa del tessuto produttivo al termine dell’emergenza e del conseguente isolamento. Sospensione delle tasse, bollette, contributi previdenziali e mutui. Queste le mosse dell’esecutivo. Ma ulteriori provvedimenti saranno valutati in queste ore durante l’incontro con le parti in causa. Si vanno ad aggiungere ulteriori 20 milioni di euro recuperati dal fondo per i premi della lotteria degli scontrini. A beneficiare degli sgravi fiscali 11 comuni di cui solo 1 del Veneto, i restanti in Lombardia. Ma è chiaro che l’evolversi in negativo della situazione con il possibile allargamento della zona rossa, favorirà l’applicazione del decreto anche in altre città.

IL VENETO

La situazione in Veneto è in evoluzione così come nel resto del Paese. In questo momento si contano 43 contagi accertati, circa 200 in meno rispetto alla Lombradia giunta a 240. A Zaia non bastano le misure che coinvolgono solo una ristrettissima area della regione. E ciò lo spinge a chiedere di più. Un piagnisteo in piena regola, perché a fronte di una situazione che pian piano sta abbracciando anche altre regioni, risulta impossibile una stima precisa e puntuale dei danni arrecati dal Coronavirus. E le rimostranze del governatore appaiono strumentali, figlie di un vezzo italico volto a continue richieste di denaro. Eppure Zaia è uno dei principali fautori dell’autonomia differenziata, di quella rivoluzione che consentirebbe al Veneto e alle altre regioni del Nord di produrre il cosiddetto residuo fiscale ai danni del Meridione grazie al numero esorbitante di imprese operanti al Sud ma con sede legale al Nord. A questa situazione si va ad aggiungere ciò che l’ultimo rapporto Eurispes ha chiarito una volte per tutte: “Il quasi monopolio economico esercitato dal Nord sul mercato meridionale e nazionale è partito nei primi anni dell’Unità d’Italia e tutt’oggi essenzialmente ancora in piedi”. Fin quando le cose vanno in una certa direzione l’idea è quella di rastrellare denaro in barba al principio della solidarietà nazionale, ma se le cose si mettono male allora scatta il lamento che diventa quasi persecutorio e predatorio.

I SOLDI STANZIATI IN VENETO

Da sempre i napoletani in particolar modo vengono tacciati con l’espressione vernacolare del chiagni e fotti. Eppure, sempre riferendosi al rapporto Eurispes, al Sud mancano ancora 840 miliardi di euro stranamente sottratti alle regioni meridionali e dirottati al Centro-Nord.

Al Veneto negli ultimi anni sono arrivati fiumi di denaro ma non sembrano accontentare il leghista Zaia. Si ricordano ad esempio i 365 milioni di euro per il Mose, quasi 150 milioni di euro per la messa in sicurezza dei comuni e delle macroisole della Laguna dopo i problemi per l’acqua alta. Per questa emergenza andrà ad aggiungersi l’estensione dell’Art Bonus per le chiese danneggiate. Ulteriori 72 milioni serviranno per completare l’attività di marginamento del Sin di Venezia Porto Maghera. Sbloccati ben 65 milioni dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti per la tutela della Laguna. Anche l’Unione Europea è pronta ad elargire quattrini sottraendoli dal Fondo di Solidarietà. Infine, si fa per dire, l’ordinanza 616 del 2019 della Protezione Civile prevede ulteriori risarcimenti a imprese e cittadini.

Zaia fa il pieno di acqua alta, ma soprattutto di denaro stracciato con le tangenti del Mose. Ma non gli è sufficiente. Ora che la torta Coronavirus è in preparazione, meglio mostrarsi affamato in nome della tutela della salute. Il Sud aspetta ancora i suoi 840 miliardi di euro.

 


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