Altro che assistenzialismo: il Nord ha sottratto al Sud 840 miliardi di euro


L’ultimo rapporto Italia 2020 dell’Eurispes, riportante i calcoli relativi al periodo 2000-2017, evidenzia che il centro nord ha sottratto al sud una parte di spesa pubblica, a cui avrebbe avuto diritto per percentuale alle popolazione. Parliamo di circa 840 miliardi di euro, pari a 46,7 miliardi di euro l’anno.

Nel 2016 sono stati spesi 15.062 euro pro capite al Centro-Nord e 12.040 euro pro capite al Sud. Per capici meglio: ciascun cittadino meridionale ha ricevuto in media 3.022 euro in meno rispetto a un suo connazionale residente al Centro-Nord.

Nel 2017, la spesa pubblica al Mezzogiorno vede un’ulteriore diminuzione, che arriva a 11.939 (-0,8%), mentre al Centro-Nord si riscontra un aumento dell’1,6% (da 15.062 a 15.297 euro). Secondo l’Eurispes ”emerge una realtà dei fatti ben diversa rispetto a quanto diffuso nell’immaginario collettivo che vorrebbe un Sud ‘inondato’ di una quantità immane di risorse finanziarie pubbliche, sottratte per contro al Centro-Nord”.

Dal 2000 al 2007, stando a studi effettuati dell’istituto di ricerca, le otto regioni del Sud Italia occupano i posti più bassi della classifica per distribuzione della spesa pubblica. Contrariamente, tutte le regioni del Nord Italia ricevono dallo Stato un quantitativo di spesa annua nettamente superiore rispetto alla media nazionale.

I programmi di sviluppo regionali e nazionali i quali si avvalgono del Fondo sociale europeo e del Fondo europeo di sviluppo regionale per il ciclo 2014-2020, hanno potuto disporre di una dotazione di ben 35,5 miliardi di euro totali, stanziati per il 60% dal budget europeo e per il resto dal cofinanziamento nazionale.

Alla fine del 2019, le regioni italiane hanno speso in totale 7,4 miliardi. 25,8 miliardi di euro è l’ammontare cumulativo di tali progetti, cioè il 69% del totale dei vari programmi regionali (Ifel, 2019). Le regioni in ritardo di sviluppo, cioè Calabria, Campania, Puglia e Sicilia, evidenziano una spesa che risulta minore rispetto a quella media nazionale.

Parliamo di un 18% contro un 23%. Tuttavia, se consideriamo gli impegni di spesa, le stesse regioni raggiungono in media il 72% dell’intera programmazione, che è un dato più alto del 3% rispetto alla media nazionale.
Questi dati, sottolinea Eurispes, ”smentiscono una performance peggiore di queste Regioni rispetto alle altre. Diverso, invece, è parlare dell’efficacia della spesa, cioè dell’impatto che questa spesa (piccola o grande) avrà sui territori”.


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