Comitato Tecnico scientifico: “Misure ad hoc per anziani, malati di tumore e bimbi. Uniti ma distanti”


Il Ministero della Salute ha deciso di indire una conferenza stampa con i rappresenti del comitato tecnico scientifico per spiegare il punto in cui si trova l’Italia in questo momento. Nella sede della Protezione Civile hanno parlato il Professor Silvio Brusaferro (ISS) e il Professor Franco Locatelli (CSS).

Per Brusaferro:

“Ci piace sottolineare anche a nome del comitato tecnico scientifico che la responsabilità e la consapevolezza di ognuno di noi è un fattore chiave. Senza questo le misure generali sono meno efficaci. Le raccomandazioni sono degli elementi cardine affinché tutti i cittadini le adottino anche se possono creare piccoli disagi che se affrontati servono ai nostri vicini e al nostro Paese. Ricordo le misure: lavarsi le mani con acqua e sapone o soluzioni alcoliche; non toccarsi occhi, mano e bocca con le mani; evitare contatti ravvicinati e rispettare la distanza di un metro. Questa misura nasce dalla raccomandazione attuale dell’Oms e il decisore politico ha adottato questa misura rispettando lo standard mondiale.

E ancora coprire bocca, naso quando starnutiamo con un fazzoletto. Evitare luoghi affollati per ridurre la probabilità di trasmissione per questo si cerca di limitare abbracci e strette di mano. Le mani sono veicoli di trasmissione. Chi ha sintomi simili influenzali e teme di essere positiva, non deve recarsi dal proprio medico o al pronto soccorso ma stare a casa e chiamare i numeri verdi regionali o il medico di base. Il 112 deve essere mantenuto attivo e libero per altre emergenze di tipo sanitario. Il sistema poi ti dirà indicazioni. Questi sono strumenti fondamentali e meccanismi chiave. Il decreto si muove in questo senso partendo da principi base declinandoli in altre situazioni, in forma più intensa nelle zone rosse, meno intensa nelle altre Regioni dove il quadro epidemiologico ci segnala casi con provenienza di altri focolai ma la situazione è in rapida evoluzione. Soltanto monitorando l’evoluzione si può capire cosa accadrà”.

Prende la parola il Professor Franco Locatelli:

“Tutto lo sforzo che istituzionalmente è messo in campo mira a due grandi obiettivi: cercare di contenere la diffusione del contagio perché se dovesse assumere grosse proporzioni avremo difficoltà nella gestione dei pazienti. E il secondo punto è proteggere la popolazione dei pazienti fragili, è chiaro anche per gli studi dei colleghi cinesi e delle vari agenzie interazioni, e per i dati delle ragioni, che i soggetti anziani o portatori di altre patologie concomitanti sono i più a rischio di sviluppare complicanze fatali. Grande attenzione per il Ministero e del Comitato tecnico scientifico è per sviluppare strategie politiche per tutelare queste persone. Siamo vivendo una situazione nuova che non ha precedenti nella storia epidemiologica. Non ci sono elementi solidi e inconfutabili per formulare raccomandazioni stringenti. Il documenti che il comitato ha fornito faceva riferimento a elementi di incertezza esistenti su quanto potrà impattare la sospensione delle attività didattiche frontali in termini di contenimento e su quella che potrebbe essere la durata necessaria per ottenere il contenimento. Quanto è stato deciso in ambito di consiglio dei ministri non differisce da queste considerazioni che vengono fatte in rispetto alla trasparenza e all’incertezza che caratterista tutto il mondo occidentale.

Per ora sono state sospese fino al 15 marzo con la possibilità di modificare la decisione in base allo scenario epidemiologico, non è esclusa una proroga. Che la misura non serva, lo escludo. E’ stato detto della definizione del contributo. Può aiutare a contenerlo? Non lo sappiamo. E’ un sacrificio che serve e va fatto. Non è un qualcosa che riusciamo a combattere e vincere solo attraverso l’azione delle istituzioni che è straordinariamente efficace e puntuale. Ma è una partita che riguarda tutti i cittadini e gli italiani. In questo momento il nostro Paese è un modello prototipale per contenere l’emergenza e garantire il meglio dell’assistenza sanitaria ai cittadini. Dobbiamo stare uniti ma distanti. Ogni giorno viene fatto un lavoro scrupoloso sull’evoluzione locale per cercare di dare le migliori risposte. Per esempio Savona e Pesaro una settimana fa non erano considerate zone critiche, è fondamentale il meccanismo collaborativo con tutte le realtà regionali. Lo stesso vale per la chiusura delle scuole, in alcune regioni erano già in atto. Il Consiglio dei ministri ha deciso per tutti a seconda dello scenario epidemiologico che si sta configurando”.

Il 31 marzo scadranno i ticket. Molti anziani si recheranno alle Asl per rinnovarli. Risponde Brusaferro:

“Noi rappresentiamo un organo di consulenza scientifica, all’interno del comitato sono rappresentate persone competenti che trattato questi argomenti. Questo è da evitare, bisogna ridurre i possibili contagi. Tra le misure c’è una particolare attenzione alle strutture dove gli anziani risiedono. Queste misure sono impegnative perché riducono la possibilità di stare vicino ai propri cari ma sono importanti perché quelle sono comunità ristrette e dobbiamo evitare una contaminazione perché sono persone molto fragili. Molte hanno altre patologie nonostante si allunghi l’età media. Stiamo lavorando in uno scenario nuovo, le misure dell’Italia sono molto cautelative ma servono a far capire l’efficacia anche come modello per altri Paesi.

C’è una quota minima di persone che hanno bisogno di assistenza ospedaliera e di terapia intensiva, poter lavorare senza mandar in crisi il sistema e modificare la curva epidemica per consentire a tutti di avere cure è la sfida che stiamo affrontando. Le misure sono tutte in quella direzione, tutti insieme. Sono stati facilitati i reclutamenti per i professionisti della salute lasciando una bolla che questo personale si deve concentrare solo su questo. Bisogna reclutare i colleghi anche quelli da poco usciti e in pensione perché hanno anni di esperienza e rafforzare i reparti dove le persone più fragili hanno bisogno di assistenza”.

Cosa devono fare i bambini e i malati oncologici. Risponde Locatelli:

“Grande attenzione è rivolta ai pazienti oncologici che vanno diversificati rispetto al grado di immunosoppressione a cui sono esposti. Alcuni sono curati con terapie che indeboliscono il sistema di difesa. Si è formalizzato un gruppo di lavoro con una serie di raccomandazioni con percorsi preferenziali per garantire continuità nelle cure e percorsi separati per ridurre il rischio di contagio. Questa infezione incide di più nei soggetti adulti e anziani. Dati indicano come in una popolazione sana, non più del 2% ha meno di 18 anni.

Anche i bambini hanno meno difese e si metteranno in atto misure adeguate per tutelarli. Da giorni c’è una strategia di programmazione sanitaria per mitigare gli effetti che si basa su principi di collaborazione interregionale con aree in sofferenza che vengono aiutate da altre Regioni. Compreso gli strumenti di ventilazione non invasiva per dare ai cittadini cure adeguate”.  

Sulle mascherine, risponde Brusaferro:

“Siamo nella fase di crescita della curva confidiamo nelle prossime giornate di aggiornarvi. Le mascherine aiutano a evitare la diffusione tramite goccioline perché le trattiene, sopratutto per chi ha infiammazione di vie respiratorie serve. Le altre persone non c’è ragione di indossarle. Basta avere una distanza di un metro tra le persone. Il numero dei casi che abbiamo non è banale, abbiamo un numero di mascherine adeguato per numero di pazienti ricoverati. Negli animali circolano questi virus e al momento on è considerato un serbatoio per la diffusione”.

Locatelli:

“Ringrazio il personale sanitario che in questo momento sta affrontando l’emergenza. Sottolinea il pregio di avere un sistema sanitario universalistico e il massimo degli sforzi saranno per garantire le migliori condizioni di sicurezza per loro”.


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