Coronavirus, interventi ed esami rimandati. Si teme il contagio


In tempi di Coronavirus, la paura del contagio sembra abbia smorzato anche il bisogno di assistenza sanitaria da parte di malati, indenni al Covid-19 ma afflitti da altre patologie acute o croniche. A dirlo è www.ilmattino.it.

“I pronto soccorso sono deserti, i pazienti rimandano di continuo controlli e visite. La forzata permanenza in casa previene traumi e incidenti da strada ma, d’altro canto, spinge a restare a casa anche quando è, invece, necessario recarsi in ospedale” – spiegano dal Santobono.

In presenza di sintomi importanti bisogna rivolgersi al medico o pediatra di base, recarsi in ambulatorio o in ospedale, per evitare che la situazione degeneri. Tra i casi emblematici c’è quello di Anna, nove anni, che si presenta in pronto soccorso dopo diversi giorni di agonia. Gli esami decretano la presenza di un diabete con severa acidosi che la costringe in rianimazione. Simile a quanto accaduto ad Antonio che vomitava dopo ogni poppata ma è arrivato in pronto soccorso solo in caso di choc inoltrato: aveva un problema chirurgico.

Nomi inventati, storie vere, segnate dalla paura di intere famiglie di contrarre il Coronavirus, al punto da tardare la richiesta di assistenza che, invece, risultava estremamente urgente.

“In un giorno intero, le uniche urgenze sono state un dito tagliato con un coltello da cucina e una frattura del femore per una caduta” – dichiara un chirurgo dell’ospedale San Paolo di Fuorigrotta – “In Chirurgia sono ricoverati solo 5 pazienti, in Ortopedia 4. La Cardiologia non ha reparto. Le urgenze sono ridotte così come i controlli al seno, prima molto frequenti. La gente preferisce farsi consigliare al telefono e rinuncia alle diagnosi. Non accorrono più occlusi, perforati, emorragici, feriti da arma da fuoco. Solo qualche traumatizzato per cause banali”.

Anche al Cardarelli c’è poco affollamento, le attività programmate sono ferme ma, come affermato da Mario Muto, primario dell’unità di Neuroradiologia interventistica, ci sono stati alcuni interventi per ictus e aneurismi.

Ovviamente molti interventi, non urgenti, vengono rimandati. Stesso discorso non vale per un infarto, dunque la rete dedicata alle patologie cardiache acute, così come la rete trauma e la rete ictus, restano pienamente attive. Inoltre, per i dializzati funziona il trasporto mattutino da parte del 118.

Tuttavia, andrebbe spezzata la commistione tra attività ordinarie e quelle infettivologiche per il Coronavirus, non solo per rassicurare l’utenza ma anche per evitare altamente che gli ospedali diventino luogo di contagio.


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