Raffaele, guarito dal Covid: “Ero chiuso in 4 mura, vedevo solo i dottori”


Non è una semplice influenza, può attaccare chiunque, il decorso è imprevedibile. Queste sono fra le tante frasi che si sentono ripetere fino alla nausea, negli ultimi giorni, a proposito dell’infezione da Covid-19. E a confermarle arriva un’intervista di Raffaele Mazzuoccolo, un cittadino di Casalnuovo guarito dal Coronavirus, che racconta la sua esperienza a La Radiazza.

Raffaele ha 38 anni, una moglie e un bambino. E il suo primo pensiero, quando si è ammalato, è stato proprio per i suoi cari. “Non mi interessava la mia salute, mi interessavano loro“, afferma l’uomo. Raffaele racconta di essere rientrato da Firenze il 6 marzo, inizialmente in buone condizioni di salute.

Verso le sette di sera è cominciata a salire la febbre, e a me la febbre non viene mai. Ho chiamato il 118 per chiedere un tampone, ma loro mi dicevano: ‘Tranquillo, Firenze ha meno casi della Campania’. Ho dovuto litigare, minacciare di chiamare i carabinieri, per far attivare la procedura“.

È stata proprio la sua prontezza a salvarlo. “Ognuno di noi conosce il proprio corpo, per me la febbre è stata il campanello d’allarme. Il sabato è iniziata la tosse, ma sentivo che era una tosse strana, era secca e mi faceva male il petto“.

Per quanto riguarda la terapia, Raffaele racconta: “Ho preso i medicinali per l’AIDS, è il farmaco più potente disponibile contro un virus“. Oltre alle cure, l’uomo ha dovuto affrontare anche la rabbia dei suoi concittadini. Sapendo che era tornato dal Nord, in molti gli hanno rivolto pesanti minacce, come quella di “bruciarlo vivo”.

Solo dopo l’ondata di odio si è arrestata, quando i suoi concittadini hanno capito meglio la vicenda e hanno saputo che Raffaele non stava “scappando” a Casalnuovo da una delle zone più colpite dal Coronavirus. Adesso che è guarito, l’uomo dovrà restare altri 14 giorni in quarantena, per prassi, dopo un periodo di degenza che ha cambiato completamente la sua vita.

Nessuno immagina cosa ho passato. Molti si lamentano perché devono restare chiusi in casa, ma avete i vostri familiari, avete la TV. Io ero chiuso fra quattro mura, vedevo solo i dottori tre volte al giorno. Avevo il cellulare, ma dopo un po’ iniziava a scocciarmi anche quello, perché non vedevo nessuno“.


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