Conte: “I decessi non sono numeri ma storie famigliari che si spezzano. Ragiono con testa e cuore”


Dopo la conferenza stampa dove il Premier ha annunciato agli italiani che le misure restrittive resteranno fino al 13 aprile, Giuseppe Conte è stato in collegamento in un programma tv. Nel corso della trasmissione ‘Accordi e disaccordi’ su Nove, sono state tante le domande di Luca Sommi e Andrea Scanzi a cui ha risposto il premier.

La prima riguarda le misure restrittive e la data di quando finiranno.

“L’Ipotesi del 4 maggio non è accredita, ora è troppo presto fare calcoli. I nostri esperti ogni giorno aggiornano i dati. Da qui al 13 aprile avremmo diverse elaborazioni. Quello che è certo è che questo regime restrittivo è da considerarsi necessario. Se vedremo la possibilità di allentare questa morsa saremmo i primi a volerlo fare”.

Sulla circolare del Viminale sulle passeggiate dei bambini.

“La Circolare è stata emanata dal Viminale perché c’erano tante richieste di chiarimenti da dare alle forze della polizia. Non cambia nulla, le regole sono quelle, rimangono gli spostamenti solo per i singoli casi. Non è stata istituita l’ora del passeggio con i bambini. Nell’ambito degli spostamenti consentiti se c’è un genitore che vuole portare per mano un bambino che da solo non può muoversi, può essere consentito”. 

A febbraio lei non pensava che potesse succedere questo.

“Abbiamo seguito una linearità di comportamenti. Non sono infallibile ma ritornando indietro rifarei tutto. Abbiamo detto che sarebbe stato fondamentale assicurare la tutela della salute dei cittadini. Le misure vanno assunte secondo criteri di adeguatezza e proporzionalità. “Col senno del poi sono piene le fosse”, come dice Manzoni. Sapevamo dei due turisti cinesi allo Spallanzani non potevamo immaginare del focolaio a Codogno. In un solo giorno siamo passati a 15 casi e poi è scoppiato anche a V0′”. 

Sulla sua condizione di premier:

“Non ho paura. Ho tanta responsabilità nei confronti di 60 milioni di cittadini. Per questo rimango lucido perché ho un grande compito, tante persone dipendono dalla mie, dalla decisione dei ministri e delle altre istituzioni coinvolte. C’è un numero di decessi spaventoso, non avrei mai immaginato di dover misurare una contabilità di decessi così elevata. Non sono numeri, sono storie famigliari che si spezzano. Bisogna ragionare con la testa e con il cuore”. 

Sulle parole di Renzi che vuole riaprire scuole e aziende.

“C’è una varietà di posizioni e c’è anche quella del senatore Renzi. Ho la responsabilità di affidarmi ai tecnici e scienziati, nostri compagni di viaggio. Ci stiamo già predisponendo per questa prospettiva. Nel momento in cui avremmo una prospettiva positiva inizieremo un allentamento delle misure e ci stiamo predisponendo anche per il rilancio. Non ho il tempo di rincorrere le agenzie di stampa con le dichiarazioni dei vari leader politici. Confido in un dialogo con le opposizioni. Le casse dello stato languono, lo sforzo che stiamo facendo è incredibile”.

Sui soldi dell’Inps.

“In una notte sono arrivate 300 mila richieste. Ci raccomandiamo e abbiamo avuto rassicurazioni da parte del presidente dell’Inps che si gestirà nei prossimi giorni, attraverso fasce orarie, tutte le richieste. Per fare avere questi soldi quanto prima. Affronteremo settimane, mesi, molto complicate. Come in ogni guerra c’è una fase recessiva sul piano economico. Dopo si prospetterà un ampio spazio su quello che si poteva fare e non si è fatto”.

Sull’Europa:

“Il vento in Europa sta cambiando rispetto a delle posizioni rigoriste. Non siamo ancora al cambiamento totale ma il dibattito è molto vivace anche in Germania e Olanda. Domani ci saranno altre due misure con un fondo di 100 miliardi per tutti gli Stati Membri per attingere alla cassa integrazione dei lavoratori e utilizzare i fondi strutturali europei (non mes) che potranno essere utilizzati anche se non spesi. Prima serviva un cofinanziamento statale, ora via i vincoli territoriali e di destinazione”. 

il giorno più difficile per lei?

“Quando abbiamo dovuto disporre per la prima volta la zona rossa. 45 mila abitanti cinturati, si sono trovati isolati da un giorno all’altro. Non era stato mai predisposto dal dopoguerra a oggi. Per un giurista disporre una limitazione così stringente, mandare forze di polizia per controllare i varchi è stato un passaggio molto impegnativo. Dopo meno di 48 abbiamo preso questa decisione, con un consiglio dei ministri di 4 ore in Protezione Civile. E poi vedere i primi decessi. Una ferita che si sarebbe aperta sempre più”.

 

 


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