Coronavirus, primo positivo nelle carceri campane: iniziati i test rapidi


Il reparto di Alta sicurezza nel carcere di Santa Maria Capua Vetere è stato isolato dopo che un detenuto è risultato positivo al Coronavirus.

Questo è il primo caso di covid-19 negli istituti penitenziari della Campania. Si tratta di un ex deputato dell’assemblea regionale della Sicilia Paolo Ruggirello che si trova in carcere dal 5 marzo 2019, trasferito ieri all’ospedale Cotugno di Napoli. Il garante dei detenuti della Campania Samuele Ciambriello riferisce che nel penitenziario sono iniziati i test rapidi per 131 detenuti e per 54 agenti.

“Il mio primo pensiero – dichiara Ciambriello a LaRepubblica – va all’uomo e ai suoi familiari, a tutti coloro che sono ristretti e al personale del carcere. Verificheremo che siano adottare tutte le misure necessarie a tutela della salute e daremo tutta la nostra collaborazione istituzionale. Ciò detto – aggiunge – occorre lucidità e coraggio. Questo episodio dimostra che è concreto ed attuale il rischio epidemico nelle carceri, bisogna affrontare con lucidità il problema e avere il coraggio di sostenere misure detentive alternative al carcere per alleggerire la pressione del sovraffolamento. È Possibile garantire le esigenze di sicurezza sociale e la tutela della salute dei detenuti e del personale penitenziario. Non c’è tempo da perdere, la politica si assuma il coraggio di scelte indispensabili, senza cedere alla demagogia e alla paura”.

Dopo la notizia del primo caso di Coronavirus nel carcere è scoppiata una rivolta da parte di alcuni detenuti che si sarebbero impossessati del reparto Nilo, tenuti però sotto controllo dalla Polizia Penitenziaria. I tumulti si sono conclusi intorno alla mezzanotte.

In una nota da parte di Aldo Di Giacomo, segretario generale dell’Spp si apprende la preoccupazione per nuove possibili rivolte: “Le carceri della Campania – dice il sindacalista – sembrano poter essere un focolaio perfetto per dare inizio a nuove sommosse. Il pretesto sarà sicuramente la scoperta di casi di coronavirus tra detenuti all’interno degli istituti penitenziari”.


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