Coronavirus, l’annuncio di Sorbillo: “Chiudo quattro pizzerie, l’affitto è altissimo”


L’emergenza Coronavirus ha inferto un duro colpo alla nostra economia, e in particolare al settore della ristorazione. La Campania, tra l’altro, è l’unica Regione d’Italia in cui al momento è vietata anche la consegna di cibo a domicilio. E a risentirne è proprio l’imprenditore napoletano Gino Sorbillo, che annuncia già da ora la chiusura di quattro dei suoi locali.

Dovrò chiudere almeno quattro locali: quello sul lungomare di Napoli, che ha costi d’affitto molto alti, Zia Esterina al Vomero, ma anche due punti vendita di Milano, credo Olio a Crudo e Zia Esterina”, dichiara Sorbillo a Fanpage. “Per ora l’unica pizzeria che funziona regolarmente è quella di Tokyo, dove si serve anche la pizza al tavolo“.

Da tempo Gino Sorbillo chiede che vengano ripristinate le consegne a domicilio nella nostra Regione. “Parliamo di cibo appena cotto e consegnato in tutta sicurezza. Abbiamo ideato una confezionamento con pellicola alimentare che avvolge la scatola della pizza, che verrebbe confezionata appena uscita dal forno a 100 gradi, creando una camera d’aria bollente di sicurezza“.

Già una settimana fa Gino Sorbillo si era espresso contro l’ordinanza di De Luca, che stava cominciando a gravare seriamente sui locali in Campania. “In Campania ci sono BENI NON DI PRIMA NECESSITÀ che si possono sempre ordinare tranquillamente e che vengono consegnati con regolarità presso le abitazioni una continuazione dai fattorini”, ha sottolineato Sorbillo. “Perché la pizza che è un pasto completo che sfama le persone e le tiene incollate a casa non può essere consegnata?

Non è giusto che attraverso le app dai colossi della vendita on line si possono ordinare anche i PRODOTTI NON DI PRIMA NECESSITÀ e tutti quanti noi altri dobbiamo restare fermi. Il servizio a domicilio deve essere un diritto di tutti“, aveva affermato Sorbillo, “e non solo delle grandi organizzazioni che stanno facendo affari d’oro. Anche noi affidandoci alle app del delivery potremmo riaprire i forni con solo due – tre persone dello staff e con due semplici pizze tipo margherite e marinare”.


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