“De Luca hai fatto benissimo ad usare il pugno duro all’inizio, però adesso bisognerebbe aprirsi un pochino” – sostiene Gino Sorbillo -. “In Campania ci sono BENI NON DI PRIMA NECESSITÀ che si possono sempre ordinare tranquillamente e che vengono consegnati con regolarità presso le abitazioni una continuazione dai fattorini. Perché la pizza che è un pasto completo che sfama le persone e le tiene incollate a casa non può essere consegnata? Perché molti panifici preparano le pizze che poi vengono consegnate a domicilio e le pizzerie non possono farlo? Con l’e-commerce possiamo far arrivare una pastiera a Napoli dal Lazio, è un paradosso?”.
La proposta del pizzaiolo è quella di affidarsi ai food delivery, mentre nelle pizzerie (ma anche pasticcerie e altre attività) lavorerebbero soltanto due o tre persone dello staff, rispettando come è ovvio tutte le norme di igiene e sicurezza: “Non è giusto che attraverso le app ai colossi della vendita on line si possono ordinare anche i PRODOTTI NON DI PRIMA NECESSITÀ e tutti quanti noi altri dobbiamo restare fermi. Il servizio a domicilio deve essere un diritto di tutti e non solo delle grandi organizzazioni che stanno facendo affari d’oro. Anche noi affidandoci alle app del delivery potremmo riaprire i forni con solo due – tre persone dello staff e con due semplici pizze tipo margherite e marinare”.