Cibo d’asporto tracciato e sicuro: il futuro della ristorazione passa per la blockchain e una app napoletana



Una semplice scansione del qr code posta sull’etichetta dei cibi o sul cartone della pizza consegnata a casa, potrebbe farci sapere da dove vengono quei prodotti e se sono stati confezionati seguendo tutte le misure igieniche previste dalla legge. Il futuro della ristorazione una volta superata l’emergenza coronavirus potrebbe passare attraverso la blockchain. La blockchain (che tradotto vuol dire “catena di blocchi“) è una struttura dati condivisa e immutabile (il suo contenuto una volta scritto non può essere modificato o eliminato, a meno di non invalidare l’intera struttura). Essa consente quindi di creare un registro digitale aperto e distribuito, in grado di memorizzare record di dati in modo sicuro (mediante l’uso della crittografia) e verificabile. E questa tecnologia potrebbe rendersi utile nel caso dei cibi d’asporto garantendo la tracciabilità e la sicurezza di ciò che ci viene consegnato a casa.

Una tecnologia già disponibile con ‘Authentico Blockchain‘, app pensata da Authentico, startup napoletana che ha promosso un ciclo di incontri in live streaming con professionisti del settore per trovare idee e suggerimenti per la ristorazione italiana post emergenza sanitaria Covid-19. L’obiettivo è trovare delle soluzioni che esaltino i valori tipici della nostra terra quali la convivialità e il territorio senza tralasciare la salute e la sicurezza dei consumatori e dei dipendenti. Queste le parole dal CEO della startup ‘Authentico’, Giuseppe Coletti:

 Il futuro della ristorazione post Covid si giocherà tutto sulla tracciabilità dei prodotti, sulla sicurezza dei clienti e del personale e sul delivery attraverso la blockchainA rischio non ci sono solo le imprese di ristorazione, c’è un modello produttivo e distributivo riconosciuto in tutto il mondo. Corriamo il pericolo di perdere il patrimonio di conoscenza, di competenze e professionalità che hanno creato il valore e l’identità dell’Italia nel mondo. Il modello di ristorazione italiano è uno dei motivi, legato allo stile di vita italiano, per il quale i turisti vengono in Italia è un attrattore turistico di tipo esperienziale al pari del patrimonio culturale. La blockchain è una risposta efficace per garantire la sicurezza ai clienti e consentire agli operatori di certificare prodotti e filiera”.

Ieri il primo appuntamento del ciclo di incontri condotto dal Giuseppe Coletti, CEO e founder di Authentico, che ha visto la partecipazione dello chef Ernesto Iaccarino del ristorante Don Alfonso 1890, il presidente dei Tecnologi alimentari di Campania e Lazio Salvatore Velotto e Luigi Gabriele di Adiconsum.

Per lo chef Ernesto Iaccarino

“Questa estate, in assenza di un turista straniero, il nostro compito di Ambasciatori del cibo e del territorio è amplificato, dovremmo essere capaci di raccontare l’origine e la qualità della materia prima che mettiamo nel piatto, chiamare i prodotti per nome e cognome. Saper comunicare il nostro territorio agli italiani che forse avranno l’occasione di riscoprire con occhi nuovi il Made in Italy e i luoghi dove lo produciamo”. 

Per Luigi Gabriele di ADICONSUM:

“Nella prima fase di riapertura dei ristoranti, probabilmente il ritorno delle persone non sarà immediato, ci vorrà del tempo per riabituarsi ad uscire. I ristoratori dovranno essere capaci di inviare messaggi che tranquillizzino i consumatori, operare nella massima trasparenza, tutte azioni che siano di stimolo a riconquistarne la fiducia in termini di sicurezza alimentare, che oggi ha assunto un nuovo significato rispetto al passato”.

Un concetto ribadito da Salvatore Velotto, Presidente dei Tecnologi Alimentari di Campania e Lazio:

“La salute è il valore primario. Il ristorante deve diventare anche il luogo della salubrità, dovrà essere garantita la nostra sicurezza alimentare e della del personale addetto alla somministrazione. Il personale andrà formato circa i nuovi protocolli di igiene legati alla pandemia e andranno messe in atto nuove procedure di sanificazioni che andranno registrate scrupolosamente. La tecnologia potrà supportare il cambiamento nella certificazione della tracciabilità alimentare in grado di garantire, in aggiunte all’origine della materia prima, anche l’igiene e sicurezza del cibo”.

Authentico è una startup innovativa napoletana che dal 2017 aiuta i consumatori a riconoscere i veri prodotti enogastronomici Made in Italy attraverso un’app gratuita da scaricare su smartphone. La startup è infatti specializzata nel contrasto all’Italian sounding (l’uso di parole, immagini, combinazioni cromatiche, riferimenti geografici al nostro Paese, usati per commercializzare prodotti che in realtà non sono realizzati in Italia). Al contempo si occupa di promuovere i prodotti agroalimentari Made in Italy e permette di cercare i veri ristoranti e pizzerie italiane all’estero. Un modo per avere a portata di mano (con una app) tutte le informazioni sulle eccellenze agroalimentari italiane, comprese le ricette originali.

Recentemente ha rilasciato il nuovo servizio di certificazione di filiera nelle aziende agroalimentari attraverso la tecnologia Blockchain, utilizzata per garantire la tracciabilità della materia prima, l’igiene e la sicurezza alimentare, la qualità dei processi, il confezionamento e il trasporto, nella prospettiva di assicurare nuovi livelli di fiducia nei consumatori e nei distributori italiani ed esteri.  Lo stesso sistema di tracciabilità è ora applicato alla ristorazione per certificare la sicurezza per il cibo d’asporto o per il delivery. Il consumatore che riceve il cibo, facendo la scansione del qr code sull’etichetta che è stata posta sulla confezione o sul cartone della pizza può verificare il rispetto delle procedure di igiene e sicurezza alimentare applicate dal ristorante/pizzeria.

Il mercato italiano della ristorazione con 330.000 imprese è il terzo più grande in Europa, dopo Gran Bretagna e Spagna. Impiega 1,2 milioni di addetti e vale 86 miliardi di euro, ovvero più di un terzo dell’intero valore dei consumi alimentari (250 miliardi di euro). Il sistema enogastronomico italiano ha una fortissima dipendenza dal settore horeca (acronimo di Hotellerie, Restaurant, Catering) ogni anno, infatti, la ristorazione acquista prodotti alimentari per un totale di 20 miliardi di euro, generando un valore aggiunto superiore ai 46 miliardi, il 34% del valore complessivo dell’intera filiera agroalimentare. 

L’assenza di linee guida definitive in materia di igiene e sicurezza alimentare nella ristorazione, uniche e valide per tutto il territorio nazionale, rischia di compromettere la ripartenza del settore che ad oggi ha già subito danni superiore ai 21 miliardi (FIPE)”, conclude Coletti.  

 


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