La questione Vesuvio tra allarmismo e mancata concretezza


Settanta anni ci fu l’ultima eruzione del Vesuvio, e da allora, specialmente negli ultimi tempi, si stanno susseguendo vari allarmi sempre rivelatisi infondati circa un nuovo terrificante risveglio del vulcano. In realtà, come già vi abbiamo spiegato con l’aiuto del geologo Berardino Bocchino (potete sapere tutto cliccando qui), il Vesuvio per adesso è tranquillo così come lo stato negli anni scorsi, nonostante le chiacchiere di improvvisati esperti.

Enza Angela Massaro ha intervistato per Fanpage il vulcanologo Enzo De Novellis, ponendo la  questione del rischio derivante dal Vesuvio, che si declina in tre tipi: vulcanico (eruzioni), sismico (terremoti associati all’attività del vulcano) e idrogeologico (frane). L’esperto, in sintesi, ha fatto capire che se da un lato vi è una grossa attenzione mediatica sul Vesuvio, che si traduce prevalentemente in sensazionalismi, dall’altra parte i cittadini e soprattutto la politica non fanno nulla per ridurre i pericoli. Il rischio vulcanico non è rilevante di per sé, ma acquista importanza nel momento in cui le vite umane i beni immobili sono esposti ad una eventuale eruzione: l’area vesuviana è densamente popolata, incluse le zone alle pendici dell’edificio vulcanico, e la speculazione e l’abusivismo edilizi hanno peggiorato la situazione, aumentando l’esposizione della cittadinanza. Secondo Enzo De Novellis, nelle scuole napoletane il rischio vulcanico dovrebbe essere una materia di insegnamento, fin dalle elementari, in modo da rendere la popolazione consapevole a partire dalla tenera età e far sì che non sia ignorato, come avviene ed è possibile constatare oggi.


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