Napoli Pride 2020: la madrina M’Barka Ben Taleb contro omo e xenofobia


Anche quest’anno il Pride in Italia non si ferma. E se l’avvento del Covid ha fatto in modo che fossero apportate delle modifiche alla forma, certamente non cambierà la sostanza. Non ci saranno parate e sfilate per le strade delle maggiori città del nostro Paese.

In compenso, saranno organizzati eventi online e flashmob che verranno svolti in tutta sicurezza, per ricordare che la lotta alla libertà individuale non può certamente arrestarsi. E la scelta della madrina del Napoli Pride 2020 ne è un esempio.

M’Barka Ben Taleb

M’Barka Ben Taleb, cantante musicista e attrice nata a Tunisi nel 1966, negli anni si è lasciata adottare da Parthenope che l’ha accolta tra le sue strade. Arrivata in Italia ad appena 19 anni, ha inseguito il sogno di diventare un’artista e ce l’ha fatta.

Prevalentemente autrice di brani di musica etnica, ha unito la passione per la sua terra a quella napoletana, dando vita a straordinarie rivisitazioni di canzoni classiche napoletane. La Ben Taleb ha collaborato con artisti del calibro di Eugenio Bennato, Enzo Avitabile, Enzo Gragnaniello, Tony Esposito, Pietra Montecorvino. Non solo.

Con John Turturro si è scoperta attrice, splendida protagonista di “Passione“, arrivando poi a collaborare con registi come Woody Allen e l’attrice Sharon Stone. La madrina del Napoli Pride 2020, rispetto a questa opportunità, ha dichiarato “Siamo tutti uguali, figli di un solo Dio. Bisogna aver rispetto di tutti e dire no a qualsiasi forma di discriminazione ed esclusione”.

Pride 2020 contro ogni forma di discriminazione

La scelta di questa figura artistica come madrina del Pride esprime la volontà di estendere il concetto di libertà per il quale si lotta. Quest’anno, infatti, verrà ricordata l’attivista egiziana per i diritti Lgbtqi+ Sarah Hijazi, morta suicida in Canada dove aveva appena trovato asilo.

La Hijazi, infatti, a causa del suo orientamento sessuale, era stata incarcerata per aver sventolato una bandiera arcobaleno durante un concerto. Dopo aver trascorso diversi mesi d’inferno all’interno della prigione, tra torture e violenze, non era riuscita a reggere il peso di quell’esperienza e si è tolta la vita.


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