Mario Paciolla, Napoli e l’Italia chiedono giustizia: lanciata una petizione


È stata creata una petizione che chiede di fare luce sulla vicenda di Mario Paciolla, volontario napoletano trovato morto nel suo appartamento in Colombia, dove viveva da 5 anni. Dopo dopo una prima ipotesi di suicidio la polizia locale ora ha aperto un’indagine per omicidio.

Sui social sono in tanti a chiedere giustizia per Mario a gran voce, perché non passi inosservata una vicenda così assurda. Tra i messaggi di cordoglio e di vicinanza alla famiglia spicca quello del sindaco di Napoli, Luigi de Magistris: “Ho seguito sin da subito il rincorrersi delle notizie riguardanti la drammatica scomparsa di Carmine Mario Paciolla, giovane napoletano volontario dell’ONU che si trovava in Colombia per una missione umanitaria.

Ho preso contatti con la famiglia – attraverso una loro portavoce – per esprimere loro innanzitutto il dolore, lo sgomento della città e la profonda solidarietà non solo alla famiglia Paciolla ma anche ai suoi amici, a quelli che accanto a Mario hanno sempre lottato strenuamente per la difesa dei più deboli e per l’affermazione delle libertà dei popoli.

Vigileremo con estrema attenzione su questa vicenda che ha assunto subito contorni inquietanti e sinistri ed affinché essa non venga archiviata come molte – troppe – altre accadute in modo simile“, conclude il primo cittadino di Napoli.

Dal Comune di Napoli, anche l’assessora Eleonora De Majo chiede che venga fatta luce sulla vicenda. “Ciò che è accaduto a Carmine Mario Paciolla, giovane napoletano che in questi anni abbiamo incrociato mille volte nelle piazze e nelle strade del centro storico, è terribile, inquietante e pretende immediata attenzione da parte delle autorità del nostro paese. 

Che non cali il silenzio su questa vicenda. Che non si archivi come troppe storie sono state archiviate, lasciandosi dietro solo domande, dolore e rabbia di amici e familiari. Che la nostra città si faccia sentire e che pretenda verità per la scomparsa assurda e dolorosa di un nostro concittadino“.

Nel frattempo, su change.org è già partita la petizione per chiedere che vengano fatte indagini approfondite. Tutto fa pensare a un omicidio mascherato di suicidio: gli interventi “scomodi” di Mario negli ambienti criminali, le sue ultime telefonate con la madre, in cui diceva di sentirsi minacciato. “Per favore indagate su questa ennesima morte di un giovane italiano all’estero per mano di criminali“, conclude la descrizione della petizione.

Commovente il post che un conoscente di Mario gli ha dedicato su Facebook. “Mario Paciolla lo conoscevo di vista. Capelli lunghi, biondi e bassino, più o meno della mia stessa età. Stessa mia zona di residenza. Più o meno i miei stessi studi. Più o meno ci conoscevamo. Che in napoletano si dice “Je te sacc’” che non corrisponde all’italiano “Io ti conosco” – io e Mario non ci conoscevamo – ma “Io so vagamente chi sei”, “So collocarti”.

“‘Impiccato’, dicono le autorità. Ma chi ci crede. Di certo non la famiglia a cui Mario aveva espresso le sue preoccupazioni nell’ultima chiamata. Ancora una famiglia che dovrà seppellire un altro figlio in questo fottutissimo ciclo della natura che stiamo sempre di più invertendo e violentando. Ancora una mamma che, come quella più tristemente famosa friuliana, chiede verità alla stampa.

Perché le istituzioni tacciono. Un’altra donna che pretende giustizia. Fiumicello prima. Ora Napoli. Ma Mario era un cittadino del mondo esattamente come Giulio”.


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