Quarto, murale di Jorit dedicato a Rosa Louise Parks: la madre per il movimento dei diritti civili


Quarto – Jorit realizza un murale in onore di Rosa Parks sul tetto della stazione. Jorit, famoso street artist napoletano, non è nuovo a capolavori nelle zone di Napoli. Questa volta però ha battuto tutti i suoi precedenti record. Infatti, sul tetto della stazione di Quarto Officina, ha realizzato un murale di 1500 metri quadri, il suo più grande in assoluto.

Come ha raccontato sui suoi profili social, nello spiazzale della stazione di Quarto Officina 15 anni fa ha iniziato a fare graffiti e da lì non si è fermato, diventando famoso in tutto il Mondo. Questo progetto l’ha realizzato in collaborazione con l’Eav, la società che gestisce il trasporto pubblico in Campania.

Il murale si chiama “The woman who didn’t stand up” (la donna che non si è alzò) ed è dedicato a Rosa Louise Parks, figura-simbolo del movimento per i diritti civili, divenuta famosa per aver rifiutato nel 1955 di cedere il posto su un autobus a un bianco, dando così origine al boicottaggio dei bus a Montgomery.

Non la prima volta che Jorit dedica un graffito a qualcuno legato ai diritti civili. Dopo la morte di George Floyd – l’uomo ucciso in America dalla polizia – l’artista ha voluto dedicare a lui e ad altri personaggi un murale.

Quando Jorit ci ha chiesto di fare il suo murales nella officina Eav di Quarto abbiamo accolto la sua idea con entusiasmo. La speranza è che in questi giorni difficili i più forti si ricordino di cedere il posto ai più deboli. Perché le discriminazioni razziali non sono un ricordo ed i diritti sono per molti ancora solo una bella parola“, le parole pubblicate sul profilo facebook dell’Eav.

LA STORIA DI ROSA LOUISE PARKS

Il 1 dicembre 1955, a Montgomery, Rosa stava tornando a casa in autobus dal suo lavoro di sarta. Nella vettura, non trovando altri posti liberi, occupò il primo posto dietro all’area riservata ai bianchi, nel settore dei posti accessibili sia ai bianchi che ai neri con l’obbligo per i neri di cedere il posto qualora un bianco lo reclamasse.

Dopo tre fermate, l’autista James F. Blake le chiese di alzarsi e spostarsi in fondo all’automezzo per cedere il posto ad un passeggero bianco salito dopo di lei. Ella, mantenendo un atteggiamento calmo, sommesso e dignitoso, rifiutò di muoversi e di lasciare il suo posto.

Il conducente fermò il veicolo e chiamò due agenti di polizia per risolvere la questione: Rosa Parks fu arrestata e incarcerata per condotta impropria e per aver violato le norme cittadine che obbligavano le persone di colore a cedere il proprio posto ai bianchi nel settore comune, quando nel settore riservato ai bianchi non vi erano posti disponibili. Da allora è conosciuta come “The Mother of the Civil Rights Movement” (la madre del movimento dei diritti civili).

Quella notte, cinquanta leader della comunità afroamericana guidati da un pastore protestante, Martin Luther King, si riunirono per decidere le azioni da intraprendere per reagire all’accaduto, mentre già avevano avuto luogo le prime reazioni violente. Il giorno successivo incominciò il boicottaggio dei mezzi pubblici di Montgomery, protesta che durò per 381 giorni; dozzine di pullman rimasero fermi per mesi finché non venne rimossa la legge che legalizzava la segregazione.

Questi eventi diedero inizio a numerose altre proteste in molte parti del paese. Lo stesso King scrisse sull’episodio descrivendolo come «l’espressione individuale di una bramosia infinita di dignità umana e libertà», aggiunse che Rosa «rimase seduta a quel posto in nome dei soprusi accumulati giorno dopo giorno e della sconfinata aspirazione delle generazioni future».

Nel 1956 il caso di Rosa Parks arrivò alla Corte Suprema degli Stati Uniti, che decretò, all’unanimità, incostituzionale la segregazione sui pullman pubblici dell’Alabama. Da quel momento, Rosa Parks diventò un’icona del movimento per i diritti civili. (Fonte wikipedia)


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