Proteste a Napoli, il Presidente del Consorzio Toledo e Spaccanapoli si dissocia: “No alla violenza, sì al dialogo con De Luca”


Non tutti i commercianti sono scesi in strada ieri a Napoli per protestare contro il lockdown preannunciato dal governatore Vincenzo De Luca. Infatti alcuni, anche se concordi sui motivi della protesta, hanno deciso un’altra strada: quella del dialogo con il presidente della Regione Campania.

Il presidente del ‘Consorzio Toledo e Spaccanapoli’, Rosario Ferrara, si dissocia infatti da quanto accaduto e spiega perché ieri non è sceso in strada:

“Il Consorzio Toledo Spaccanapoli, si dissocia totalmente da quanto accaduto ieri per le strade del centro. Una manifestazione inizialmente pacifica fatta da chi in questo momento sta subendo anche psicologicamente l’ipotesi sempre più drammatica di un nuovo lockdown, si è trasformata in una guerriglia urbana provocata da infiltrati che nulla hanno a che vedere con i commercianti. Ovvero gente che ‘commercia’ altro e vedrebbe con il blocco delle attività crollare il loro fatturato specialmente quello legato alla movida. Le notizie che ci aspettiamo subito sono quelle di sostegno alle imprese e altri tipi di agevolazioni sulle quali chiediamo urgenti chiarimenti”. 

Sul nuovo dpcm in corso d’opera, Ferrara spiega:

“Nel fratempo mi è arrivata la bozza del nuovo DCPM che prevede modifiche agli orari dei pubblici esercizi e la chiusura nei giorni festivi. Ma De Luca insiste sul lockdown. Più che a De Luca, che deve essere il nostro tramite, le nostre richieste sono rivolte al governo. Si devono mettere in campo tutte le possibili opzioni di sostegno alle attività economiche che non possono sopportare ulteriori giorni di chiusura”.

Che perdite ci potrebbero essere con un nuovo lockdown?

“Le perdite del primo lockdown sono arrivate fino al 90%, il prosieguo ha significato perdite che a secondo dei settori hanno significato dal 40% calzature, 60% abbigliamento e cartolerie, 90% la ristorazione. Certamente, ci sentiamo penalizzati. Noi del centro storico abbiamo subito un ulteriore danno dovuto alla mancanza di turismo che negli ultimi anni aveva rappresentato un ben 40% degli incassi”.

 


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