VIDEO. Napoli, la protesta contro il coprifuoco e il lockdwon degenera: guerriglia urbana sotto la sede della Regione


Da stasera alle 23 in Campania doveva scattare il coprifuoco voluto da Vincenzo De Luca. In tanti si erano già organizzati sui social per protestare contro questa decisione a Napoli, una protesta che si è fatta ancora più viva dopo le dichiarazioni di oggi del governatore che ha anticipato di voler imporre un nuovo lockdown.

Scontri a Napoli: protesta e guerriglia urbana

Tantissimi i napoletani che sono scesi in piazza invadendo le strade del centro storico, da Via Mezzocannone al corso Umberto, fino al Lungomare. Cori e striscioni contro il governatore e la decisione di pensare prima alla salute ma senza attuare un piano economico per chi non può arrivare a fine mese.

Una protesta che da pacifica si è trasformata in guerriglia urbana sotto la sede della Regione a Santa Lucia. A farne le spese anche l’inviato e l’operatore di SkyTg24, aggrediti dalla folla in diretta tv.

🔵NAPOLI
Duemila persone protestano sotto Palazzo Santa Lucia e violano il coprifuoco: scontri con le forze dell’ordine…

Pubblicato da San Severo Siamo Noi su Venerdì 23 ottobre 2020

 

I manifestanti, tutti con il volto coperto dalle mascherine, sono riusciti a superare lo sbarramento delle forze dell’ordine e hanno iniziato a lanciare petardi e accendere fumogeni davanti al Palazzo della Regione mentre le forze dell’ordine hanno risposto con un fitto lancio di lacrimogeni. Come riporta l’Ansa, dal corteo sono state lanciate anche bottiglie di vetro contro il muro degli agenti, un centinaio, in tenuta antisommossa.

In tantissimi sui social stanno facendo girare i video, un corteo umano che da pacifico si è trasformato in violento per colpa di alcune persone irresponsabili.

La gente era scesa in strada perché ormai è stanca e manifesta contro il coprifuoco e una nuova chiusura che metterebbe in ginocchio l’economia della Regione. Non sono bastati gli aiuti forniti ai commercianti negli scorsi mesi e il lockdwon preannunciato fa temere il peggio.


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