Sentenza Juve-Napoli, ex procuratore: “Premeditato? Non è omicidio”


La sentenza Juve-Napoli ha lasciato l’amaro in bocca a molti tifosi e non solo. L’ex procuratore della Repubblica di Napoli Giandomenico Lepore, che anni fa indagò sulla vicenda calciopoli, ha ammesso che in Serie A ci sono squadre più influenti di altre.

Si torna a parlare, dunque della partita, che si sarebbe dovuta tenere lo scorso 4 ottobre tra gli azzurri e i bianconeri. La sentenza sulla vicenda Juve-Napoli ha dato ragione ad Agnelli e ha confermato la vittoria a tavolino per la squadra allenata da Andrea Pirlo, oltre al punto di penalizzazione per i ragazzi di Gattuso.

Una decisione che però fa riflettere su quanto sta accadendo nel calcio in questo momento. Un’occasione per ripensare anche a tutte le vicende del passato, come lo scandalo calciopoli, di cui proprio la Juventus era stata protagonista.

Giandomenico Lepore credeva infatti che il Napoli potesse ribaltare la decisione iniziale, che è stata invece confermata da Sandulli. Secondo l’ex Procuratore, infatti, il Napoli non avrebbe avuto nessun motivo per “premeditare” di non giocare la partita. Soprattutto se si considera che la Juventus di inizio ottobre era in piena fase di rodaggio, e quindi il Napoli poteva andare a Torino per giocarsela a viso aperto.

Queste le parole di Giandomenico Lepore a Radio Punto Nuovo: “Ero convinto che il Napoli avrebbe ribaltato la sentenza, già in appello. Soprattutto con Sandulli presidente. E invece, questa è ancora più dura della prima. Il Napoli ha mostrato anche qualche contraddizione, nell’atteggiamento della partita, che però restano in contrasto con la logica più elementare. Perché mai il Napoli non avrebbe dovuto affrontare la Juventus, visto che in questa fase era anche conveniente giocarci contro, considerata la debolezza momentanea. O c’è dolo eventuale o il dolo sic et simpliciter.

La premeditazione è prevista per l’omicidio: ma, anche voler ammettere la tesi della Corte d’Appello, cui prodest quest’atteggiamento del Napoli. Il Napoli avrebbe solo potuto approfittare del momento della Juventus. Sentenze politiche? Non ci credo, ma possiamo dire che nel complesso delle squadre che c’è qualcuna più influente. Questa sentenza avrebbe potuto evitare che il calcio collassasse con i suoi interessi patrimoniali, ma non credo che sia un uso continuo.

Calciopoli? Quando facemmo quelle indagini, suggerii al commissario Rossi di cambiare tutto nella Figc. Lui mi diede ragione e tentò: l’unico risultato, dopo aver riscontrato che le cose non andavano bene, fu che Rossi fu allontanato. Anche oggi c’è grande omertà. Ci accorgemmo delle storture, capitò prima alla Juventus, poi fummo boicottati dall’Espresso ed i telefoni cominciarono a tacere. Tutte le squadre erano, però, monitorate. Dopo la Juve doveva cominciare l’indagine sull’Inter, ma tutto si fermò.”


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