Prof.ssa Capua: “L’epoca post covid inizierà in primavera, ma nulla sarà come prima”


La pandemia sta trasformando le nostre vite e continuerà a farlo” è il monito di Ilaria Capua, direttrice del Centro di Ricerca di Eccellenza dell’Università della Florida, che in un’intervista a Il Corriere del Mezzogiorno (a cura di Mirela Armiero) ha parlato della situazione covid in Italia e nel Mondo.

La professoressa Capua toglie immediatamente ogni dubbio agli scettici che credono ancora che questo sia un virus creato in laboratorio e come il mondo che ci circonda e il nostro stile di vita possano avere influenza su essa: “Stiamo vivendo un’esperienza che nessuno scienziato avrebbe mai potuto creare in laboratorio: ovvero fermare il mondo. Ne possiamo dedurre che la nostra mobilità va ripensata e che la salute è interconnessa allo stile di vita.

Così come il nostro paese è interconnesso agli altri paesi e al regno animale e così come quello che mangiamo, quello che facciamo è connesso a quello che siamo, alla materia di cui siamo fatti”.

L’esperta poi cerca di dare un termine massimo a questa crisi: “L’epoca post Covid inizierà nella primavera del 2021, con il vaccino e con il calo del picco epidemico. Verso l’estate avremo una nuova normalità. La sensazione di pericolo ci abbandonerà ma non possiamo pensare, ad esempio, di tornare a viaggiare come prima, inquinando l’ambiente magari per un week end in un parco giochi dall’altra parte del mondo“.

Tutti possiamo essere parte di questo cambiamento secondo la virologa: “Il Covid ci sta mostrando che la salute va gestita anche fuori dagli ospedali. Quindi dovremo pensare a città più resilienti, a modi per coinvolgere le persone e farle sentire protagoniste del cambiamento.

Infine la professoressa Ilaria Capua parla di Napoli e di una presunta arroganza della popolazione nel sentirsi immuni nella prima parte della pandemia. A noi questo senso di immunità non ci risulta, la città ha sempre risposto in maniera eccelsa ai richiami del Governo durante il primo lockdown, mentre in questa seconda fase, come in tutti le altre città, le persone hanno perso più velocemente la pazienza.


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