Via alla beatificazione di Francesco II, ultimo re delle Due Sicilie


Francesco II di Borbone, ultimo re del Regno delle Due Sicilie, sta per ottenere la beatificazione. Lo annuncia con fierezza il cardinale Crescenzo Sepe nella sessione pubblica del Tribunale Diocesano per le Cause dei Santi.

Come dichiarato all’ANSA dal Monsignore, la beatificazione è il primo gradino verso la santità. Un importante riconoscimento da parte della comunità cattolica a un sovrano famoso per la sua devozione. Francesco II di Borbone aveva infatti trascorso gli ultimi anni della sua esistenza al servizio della spiritualità, sotto il falso nome di Signor Fabiani. Anni di esilio, tra Roma, Parigi e Arco di Trento. Dopo aver preso parte alla difesa del Regno delle Due Sicilie, ed essersi distinto nell’assedio di Gaeta, Francesco II è stato oggetto di continue manipolazioni storiche volte a screditarne la figura. Codardo, imbelle e infine beato. Francesco II di Borbone è ora a un passo dalla postuma gloria.

Nella prossima riunione della Conferenza dei Vescovi della Campania, prevista per il 16 dicembre, si discuterà della tanto agognata beatificazione del sovrano.

È una figura che può insegnare molto sul rapporto con la sofferenza e la povertà” afferma Don Luciano Rotolo, vicepresidente della “Francesco II delleDue Sicilie”: “da riscoprire senza il pregiudizio ideologico, che parla anche alla politica con la sua onestà e la sua rettitudine”.

La Fondazione “Francesco II delle Due Sicilie”, in prima linea nella ricerca di testimonianze sulle virtù del Sovrano, ha salutato con orgoglio l’iniziativa. Non manca l’appoggio di Gennaro De Crescenzo, presidente del Movimento Neoborbonico: “Una Messa solenne per re Francesco II si terrà anche quest’ anno a Napoli, il 27 dicembre”. Gennaro De Crescenzo sottolinea poi quanto l’ultimo regnate si distinguesse “per la sua profonda religiosità, per le tante azioni caritatevoli e per l’amore verso i Popoli delle Due Sicilie, testimoniato fino alla fine nella generosa difesa di Gaeta.”

Un processo in nome della riabilitazione della memoria e dell’identità storica. Lo rimarca Marina Carrese dalla Fondazione il Giglio: “La beatificazione è un risarcimento post-mortem, ad un re calunniato dalla storiografia ufficiale, che dona speranza a chi si batte per restituire il Sud la sua memoria storica”.


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