Se di norma effettuare e attendere l’esito del tampone prima di una partenza è obbligatorio, in quest’ultimo mese le cose sono andate diversamente. Basti pensare che dal 9 dicembre, in Italia, gli aeroporti hanno smesso di fare tamponi per i passeggeri che arrivavano. Sono molti i testimoni che raccontano, infatti, che sia alla partenza che all’arrivo non ci fosse nessuno a controllare l’esito del tampone. “Ho dovuto sventolare il foglio e insistere per farlo ispezionare della polizia.” – racconta a Open un’insegnante di una scuola privata in Inghilterra. “Hanno ritirato l’autocertificazione e controllato i passaporti, ma il tampone niente”. Inutile quindi precisare che sui voli fosse presente anche chi ne era totalmente sprovvisto, i quali sfoggiavano con vanto la propria astuzia nel risparmiare soldi. In fondo, bastava anche solo un’autocertificazione, come precisato dai testimoni.
I controlli all’arrivo in Italia
I controlli all’arrivo in Italia, però, non sono molto diversi da quelli della partenza. È presente anche chi è sprovvisto dell’autocertificazione, e la fila per poterla consegnare, o compilare, si forma a fatica. A Roma, non è previsto alcun controllo sui tamponi, le persone sono libere di andare dalla propria famiglia e alle proprie abitazioni. A Napoli le circostanze sono simili, con l’unica differenza che a coloro che non avevano effettuato il tampone viene consigliata una quarantena di 14 giorni.
Emanata però una nuova ordinanza dal Ministro della Salute Roberto Speranza. Viene imposto a coloro che sono arrivati in Italia nelle ultime due settimane di sottoporsi al tampone molecolare. Anche in questo caso non mancano le problematiche. C’è chi non ha ricevuto alcuna sollecitazione da parte dell’Ats, chi, invece, non ha potuto fornire i contatti del medico curante, in quanto residente all’estero ed iscritta all’Aire. In alcuni casi, invece, riuscire a contattare l’Ats sembra impossibile e quindi non bisogna far altro che attendere una loro notizia.