Napoli, ragazzo cerca di lanciarsi nel vuoto per ‘obbedire’ al web: padre lo salva ma finisce in ospedale


A Napoli, nel Rione S. Gaetano, un ragazzo ha tentato il suicidio per obbedire all’ordine di un pericoloso gioco online. Tempestivo l’intervento di suo padre che è riuscito ad impedirglielo evitando che la vicenda potesse trasformarsi in tragedia.

Ragazzo tenta il suicidio per ‘finire’ un gioco: padre lo salva

A raccontare l’accaduto alla nostra redazione è Lorenzo, desideroso di porre l’accento su una tematica che sempre più spesso sta mietendo sempre più giovani vittime. Basti pensare alla piccola Antonella, morta a soli 10 anni, vittima di una challenge sulla piattaforma ‘Tik Tok’.

Simile sorte è capitata a Vincenzo, 20enne napoletano, che ha tentato di compiere l’estremo gesto per portare a termine una sfida condivisa con altri utenti della rete. Il padre, di esile corporatura, con la forza del suo immenso amore, ha cercato in tutti i modi di fermarlo, impedendogli di lanciarsi nel vuoto dal terrazzo di casa.

Il ragazzo ha opposto resistenza facendo precipitare il padre dalle scale. L’uomo, però, non lo ha mai lasciato e solo dopo essersi accertato di averlo messo in salvo ha accettato di farsi curare dai sanitari dell’Ospedale del Mare.

A porre l’attenzione sulla vicenda è stato anche il parroco della zona, Don Salvatore Cinque: “Un gioco è un gioco. Ieri sera un giovane del nostro rione, Vincenzo, è stato salvato in tempo dal padre. Ha tentato di lanciarsi giù solo perché lo aveva detto il gioco. Il padre è all’ospedale, per salvare il figlio è caduto dalle scale. Possibile che un gioco che è occasione per divertirsi diventa un dramma?”

“Ritorniamo a correre per le strade, giochiamo a pallone, a nascondino. Da piccoli la sera quando si tornava a casa si era felici e sporchi. Con qualche gamba sbucciata ma sereni. Rompete il gioco del web, è pericoloso. Il mio è un appello. Dopo aver ascoltato la mamma di Vincenzo, insieme vi diciamo: vegliate sui vostri figli e fategli chiudere computer e cellulari se li vedete troppo presi. Ritornate a parlare ai vostri figli, a raccontare. Un gioco non può diventare una sfida della vita, un gioco finisce nel divertimento e non nel dramma.”


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