Cuba sfida le case farmaceutiche: donerà il suo vaccino anti Covid a tutto il mondo


“Non siamo una multinazionale che considera una priorità il profitto finanziario, il nostro obbiettivo è creare salute”. Cuba sfida apertamente le case farmaceutiche e le logiche di profitto personale dei paesi occidentali, offrendo il vaccino prodotto autonomamente dallo Stato non solo ai cittadini cubani, ma al resto del mondo. A pronunciare quelle parole al quotidiano Las Noticias è stato Vicente Vérez, direttore dell’istituto Finlay, che sta sviluppando il vaccino anti Covid Soberana 02 che è entrato nella Fase 3 della sperimentazione.

“È sicuro e ha dimostrato un elevato potere di immunizzazione – ha aggiunto Vicente Vérez -. Induce una memoria immunitaria di lunga durata che, oltre a produrre anticorpi, fa in modo che questi siano durevoli”. Non solo Soberana 2: a Cuba si stanno sviluppando diversi vaccini, tutti pubblici, un po’ più lentamente rispetto a case farmaceutiche come Pfizer, Moderna e AstraZeneca che però potevano contare su investimenti pubblici per miliardi, per poi vendere le loro dosi agli stati stessi.

Da Cuba 100 milioni di vaccini

L’obiettivo di Cuba è prima di tutto quello di immunizzare i suoi 11 milioni di abitanti, oltre ai turisti che si recheranno a visitare l’isola. Centomila dosi di Soberana 2 saranno prodotte già nel mese di aprile, per giungere ad un totale di 100 milioni di dosi da esportare in tutto il mondo tolte le dosi necessarie al fabbisogno interno. Un altro vaccino, il Soberana 1, si trova invece nella Fase 2 della sperimentazione.

Dati diffusi da Amnesty ed Oxfam affermano che il 14% delle nazioni più ricche del mondo ha già acquistato più del 50% dei vaccini. La strada per uscire dalla pandemia è quindi più semplice per chi è ricco, così come attualmente è più semplice essere curati ed assistiti se si vive in uno dei paesi più avanzati. Le nazioni povere, dunque, non solo sono quelle che stanno pagando il prezzo maggiore in termini di vite, ma ci metteranno anche più tempo per uscire dalla crisi. Cuba vuole dare un contributo per arginare questa situazione, anche se si tratta di una nazione isolata dagli altri Stati a causa di divergenze politiche ed ideologiche, soprattutto rispetto agli Stati Uniti. L’embargo, infatti, rende difficile l’accesso alle materie prime per produrre le dosi. L’unica via d’uscita sarebbe mettere da parte la politica in nome della salute dei cittadini di tutto il pianeta. Nel frattempo una cosa è già certa: Cuba la sua lezione di umanità al mondo la sta già dando.


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